Il nostro è un sindacato costruttivo

fatto da lavoratori che amano questa città! Per questo ci impegnamo per rendere efficiente la nostra azienda, perchè é l'azienda di tutti i romani!

Ieri

Come eravamo

Oggi

Una figura che ancora ci accompagna nel segno della tradizione

Di giorno

Ci prendiamo cura della bellezza di questa città!

Di notte

Il nostro lavoro prosegue quando tutti dormono!

venerdì 16 settembre 2016

Per un voto trasparente e libero !!!!!


NO GRAZIE

Vota NO

Già oltre 2000 colleghi in AMA hanno aderito all’appello dei COMITATI PER IL NO firmando contro l’ipotesi di accordo per il rinnovo del CCNL di Igiene Ambientale, e ti invitano a votare NO alla consultazione che si terrà nei posti di lavoro.
Dire si a questo accordo significa:
  • azzerare più di 40 anni di lotte fatte dai lavoratori che ci hanno preceduti. Assemblee, manifestazioni e scioperi hanno segnato negli anni passati l’impegno di migliaia di colleghi che con sacrificio, hanno rinunciato a giornate di salario per estendere a tutti diritti e tutele.
  • aumento dell’orario di lavoro, straordinari sottopagati, livelli professionali più bassi, dimezzamento economico della malattia, introduzione della domenica lavorativa in ordinario, cancellazione dell’art.18 e introduzione del JOBS ACT, azzeramento delle clausole salvaguardia e ulteriore limitazione al diritto di sciopero;
  • regalare una pioggia di denaro ai fondi integrativi, a banche e assicurazioni, oltre ad assicurare incarichi nei Consigli di Amministrazione alle OO.SS. firmatarie e ad Utilitalia;
  • accontentarsi di 70 euro lordi scaglionati in 2 anni, mentre aumenta la differenza con i salari dei colleghi europei che percepiscono retribuzioni del 30% in più, considerata la media per difetto.
Noi votiamo NO per:
  • mantenere le 36 ore settimanali e includere il tempo tuta;
  • introdurre passaggi automatici di livello legati all’anzianità e alle esperienze acquisite;
  • riconoscimento delle malattie professionali;
  • difendere l’art.18 e le clausole di salvaguardia;
  • aumenti salariali di 250 euro (parametro 3A)
  • riduzione del tetto massimo dello straordinario e aumento della maggiorazione economica;
Lamentarsi non basta e per questo in alcune aziende i nostri colleghi hanno già detto NO.

scarica file

martedì 6 settembre 2016

Comunicato Stampa

Cui prodest?


Le notizie apparse oggi su La Stampa che si dichiara “in grado” e nella “possibilità di spiegare” riguardo un coinvolgimento della nostra sigla sindacale in relazione ad una possibile epurazione del Responsabile Risorse Umane di AMA SpA, Dott. Saverio Lopes, sono quanto meno fantasiose. E per di più l’accostamento della nostra sigla – e soltanto della nostra – con personalità discusse della rappresentanza sindacale AMA SpA è certamente improponibile!
I nostri rapporti con il Dott. Lopes sono stati sempre – franchi – e costanti. E certamente anche in questo va ricercata la causa di questa campagna diffamatoria; in questo rapporto con quella parte della rappresentanza sindacale non “di regime”, che proprio con il Dott. Lopes si è aperto in AMA. E queste operazioni infamanti, sono ancora più gravi proprio in questo momento; nel quale USB, con altre sigle di base e i comitati sorti spontaneamente tra i lavoratori, sta ponendo in discussione la credibilità di quei sindacati che tentano di far approvare un rinnovo del CCNL iniquo, palesemente favorevole proprio a quei poteri che “La Stampa” stessa riporta.
Ci riserviamo comunque di intraprendere azioni legali, nei confronti di chiunque cerchi di calunniare e/o svilire la nostra attività; sarebbe questo un atto doveroso, nei confronti di quei lavoratori che vedono nel nostro sindacato uno dei pochi elementi di trasparenza e coerenza in AMA SpA.

Roma , 5 settembre 2016

p/ USB Esecutivo Provinciale
Fabiola Bravi

Analisi e proposte sul rinnovo del CCNL

Punto per punto: un contratto da rigettare

Considerazioni e proposte USB

Su Orario di lavoro

L’aumento dell’orario di lavoro: un salto indietro di 40 anni.
Rappresenta la cessione di una parte del nostro tempo di vita a favore dell’azienda. Facendo riferimento alla paga di un lavoratore livello 3°A senza scatti di anzianità: 38 ore settimanali corrispondono a circa 8,6 ore in più al mese che equivarrebbero ad un costo di prestazione straordinaria per l’azienda di 131,80 euro, considerata la maggiorazione del 31% nel CCNL precedente. In cambio l’azienda ci compensa con 30 ore di permesso retribuito annuo, che corrispondono a 2,5 ore mensili ad un costo di 29,25 euro (calcolate sempre sul suddetto parametro 3°A). Ma, in uno slancio di magnanimità, a decorrere dal 1° gennaio 2018, i permessi salgono a 34 ore e cioè a 2,83 ore mensili, con un aggravio per l’azienda di 33 euro a fronte della perdita per il lavoratore di 131,80 euro. Il richiamo all’art.21 significa che il godimento dei permessi deve essere compatibile con le esigenze di servizio. Dei suddetti permessi non godranno il personale amministrativo, i lavoratori inidonei e gli assunti dopo il 31 dicembre 2016.
Il tempo dedicato a indossare e togliere gli indumenti, docce comprese, rimarrà al di fuori delle 38 ore, quindi a carico del lavoratore, malgrado numerose sentenze abbiano dichiarato l'illegittimità di tale comportamento. Tuttavia, i firmatari ci garantiscono che tale aumento dell’orario di lavoro non metterà a rischio la salvaguardia del posto di lavoro (sic!)
Gli Straordinari sottopagati
Le prime 75 ore, con una maggiorazione del 13%, e le seconde 75 ore al 20%, equivalgono a 2044,60 euro (riferite sempre al parametro 3°A) mentre, con le maggiorazioni del CCNL ancora in vigore, 150 ore ammontano a 2205,45 euro: quindi una perdita di 160,85 euro!
  • NOI SIAMO PER mantenere le 36 ore settimanali lavorative; includere nell'orario di lavoro il tempo tuta; aumentare la maggiorazione economica dello straordinario. Difendere la domenica come riposo settimanale dei lavoratori;

su Classificazione del personale

L’Introduzione del nuovo livello “S” (“ESSE” come sottopagato oppure elegantemente salario d’ingresso): si sfonda al ribasso la scala parametrale e si introduce una retribuzione inferiore al 1° livello del 10%. Livellamento a ribasso delle professionalità a cui era riconosciuto il 2° livello. I conducenti che utilizzano veicoli aziendali richiedenti la patente B potranno rimanere al 1° livello.
Al punto 3 ci promettono che amplieranno le mansioni ai livelli “S” e 1° per sbarrare gli avanzamenti professionali e l’incremento salariale del 2° livello.
  • NOI SIAMO PER rivedere l'inquadramento, inserendo passaggi automatici di livello, legati all'acquisizione di esperienza professionale. Contrastare il sottoinquadramento, con semplificazione e chiarimento dei profili e mansioni.

Su Permessi sindacali retribuiti

Quello della DEMOCRAZIA SINDACALE e dei DIRITTI DEI LAVORATORI è un tema importante, che non può essere considerato come “accessorio” del rinnovo contrattuale.
Ai componenti nazionali e territoriali delle OO.SS. verranno ridotti i permessi sindacali in una percentuale dello 8,4%, mentre alle RSU elette direttamente dai lavoratori (coi quali condividono attività e problematiche sul posto di lavoro, raccolgono e rappresentano direttamente le istanza sindacali nei confronti dell’azienda), i permessi sindacali sono decurtati del 50%. E’ chiara la volontà di allontanare i lavoratori dai tavoli di trattativa.I distaccati sindacali in aspettativa retribuita (come ad esempio i firmatari di questo capolavoro), che andranno in pensione entro il 30 giugno, possono stare


tranquilli perché non c’è pericolo di ritornare al lavoro, ma non potranno essere sostituiti.

NOI SIAMO PER: diritti sindacali estesi anche alle rappresentanze dei lavoratori che non firmano contratti a perdere. Il CCNL deve essere la riconquista degli strumenti e dei diritti di tutte le lavoratrici e lavoratori: - uguali diritti e pari dignità per tutte le OO.SS. presenti nelle aziende, a prescindere dal ruolo di firmatari o meno del CCNL;-esplicito diritto all’indizione di assemblee, contrattazione, informazione e referendum per ciascun eletto RSU; -esplicito diritto di tutti/e i lavoratori e lavoratrici a versare i contributi sindacali attraverso la trattenuta in busta paga al loro sindacato senza discriminazioni; -riconoscimento delle RSU quali agenti contrattuali effettivi; modalità certe di partecipazione delle RSU alle trattative nazionali; - reali consultazioni e voto vincolante dei lavoratori sia in fase di presentazione di piattaforme per il CCNL in quella di approvazione di un eventuale accordo; -possibilità per i lavoratori di riunirsi in azienda anche al di fuori dell’orario di lavoro;



su Malattia:

quando ammalarsi diviene una colpa e si paga “multa”! Non è dato ancora sapere a quanto ammonterà la penalizzazione economica della malattia. Nella normativa tuttora in vigore del CCNL si arriva progressivamente a una trattenuta di euro 30 ad evento per la malattia breve (fino a 5 giorni). L’impegno delle parti a una revisione della disciplina contrattuale ci preannuncia l’intenzione dichiarata di un aumento della trattenuta fino a 45euro.

L’abbassamento del tasso di assenza per malattia al di sotto del 4,7% non tiene conto delle patologie che caratterizzano spesso gli eventi morbosi nella nostra categoria e che non sono riconosciuti come malattia professionale. Lombosciatalgie, lombalgie, strappi e contratture muscolari, protrusioni e ernie del disco sono spesso le cause delle malattie brevi, conseguenza anche dell'introduzione della figura del mono operatore, lo spostamento e sopraelevazione dei carichi per gli operatori e della conduzione dei mezzi pesanti per gli autisti. L’eventuale aumento dell’Indennità Integrativa Speciale ( peraltro pagata dai lavoratori perché sta dentro all’incremento salariale di 120 euro) non compenserà le trattenute sulla malattia, considerando che la categoria è condannata a lavorare in strada fino all’età di 67 anni (per ora).

NOI SIAMO PER: applicazione di seri programmi e misure sul tema della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, prevedendo interventi sui mezzi inadeguati, sui carichi di lavoro, per gli indumenti. L'incremento degli infortuni e delle malattie professionali è collegato alla mancanza di investimenti nei mezzi e nelle attrezzature, spesso vecchi e fatiscenti, ai turni massacranti e agli straordinari obbligatori; la situazione peggiorerà con l’aumento orario previsto.

Malattia professionale/comporto: vi sono nel settore diverse attività indubbiamente usuranti che espongono i lavoratori a malattie professionali non riconosciute, con l’effetto di una sistematica espulsione di un numero sempre più consistente di lavoratori. Oltre al miglioramento delle condizioni su salute e sicurezza nel lavoro, si chiede di escludere questi casi dal computo delle malattie previste che portano al superamento del periodo di comporto. Occorre potenziare e rendere effettivo il diritto alla ricollocazione interna del personale con inidoneità (in questo senso il mantenimento nelle aziende delle attività di “contorno” è una appropriata valvola di sfogo per rispondere contemporaneamente a lavoratori usurati e qualità complessiva del servizio (si pensi a tutte le funzioni ispettive, di informazione e formazione della cittadinanza sul servizio raccolta....)



su Fondo di solidarietà di settore:

Visto l’irresponsabilità delle recenti modifiche pensionistiche, che rischia di parcheggiare in futuro una massa di anziani e non idonei nei posti di lavoro, la costituzione di un Fondo di solidarietà sarà un palliativo al rischio di trovarsi senza lavoro e pensione a causa di mancata ricollocazione per inidoneità o esuberi e licenziamenti che potrebbero derivare dai processi di privatizzazione. Stime ottimistiche parlano di un assegno di “accompagnamento finale” di 4-5000 euro (un piatto di lenticchie in attesa della pensione). Le sigle firmatarie saranno compensate con incarichi nel C.d.A. del Fondo.

NOI SIAMO PER: garantire la “strada maestra” degli strumenti – che vanno rafforzati – di sostegno al reddito; non si possono far finanziare ai lavoratori i processi di ristrutturazione e riorganizzazione delle aziende, né i costi di una scarsa, se non assente politica sulla sicurezza del lavoro. Siamo inoltre contrari alla continua diffusione di enti bilateriali, fondi e quant'altro

parcellizzi gli interventi di sostegno al reddito, che devono essere universali e garantiti per tutti i lavoratori e le lavoratrici.



su Adeguamento della regolamentazione
del diritto di sciopero:

DIRITTO DI SCIOPERO diritto negato e blindato: il previsto adeguamento della regolamentazione del diritto di sciopero recepirà la richiesta della Commissione di Garanzia di non proclamare astensioni dal lavoro di 48 ore a ridosso della domenica, come se non bastassero tutte le restrizioni della L.146.

Da anni i firmatari del CCNL sono complici e firmano accordi per le restrizioni del diritto di sciopero, ma poi rispondono all’incazzatura dei lavoratori che “vorrebbero ma non possono” perché la legge non permette di scioperare.

NOI SIAMO PER: rimuovere le attuali norme antisciopero e non certo introdurre ulteriori lacciuoli per renderlo inefficace, l’applicazione dei servizi minimi come regolati oggi rendono lo sciopero un diritto negato per i lavoratori dei servizi ambientali (arrivando al 50% se non oltre della forza lavoro), anche con la pratica del recupero nel giorno successivo tramite straordinario del lavoro non svolto. E'ovvio che le situazioni legate a salute e sicurezza pubbliche vanno salvaguardate, come è sempre stato nella storia del movimento dei lavoratori, anche nelle situazioni più dure di scioperi indetti nel passato.



SU parte economica:

Con l’incremento salariale di 120 euro lordi che ci vengono riconosciuti, rimborsiamo tutte le quote che le aziende ci versano sui fondi integrativi, oltre alle quote che mensilmente agli iscritti vengono trattenute in busta paga. Tutti “fortunati privilegi” che le OO.SS. ci hanno riservato, dopo aver rinunciato a salvaguardare le pensioni e contrastare i tagli alla sanità pubblica. In sostanza, oltre a versare contributi e pagare il fisco; ci ripaghiamo previdenza e assistenza sanitaria. I Fondi integrativi, e quindi i soldi dei lavoratori, rappresentano un sostanzioso guadagno per banche e assicurazioni e i loro C.d.A garantiscono incarichi lautamente retribuiti alle OO.SS.

Le quote Welfare di 30 euro vengono trattenuti a tutti i lavoratori, ma chi è affetto da grave patologia non può usufruire di FASDA perché il fondo, come tutte le assicurazioni, “non copre il rischio”.

Con euro 20 ci paghiamo l’aumento dell’Indennità Integrativa, e così l’aumento tabellare del salario si riduce a 70 euro lordi, che saranno diluiti nei prossimi 2 anni e mezzo.

Con l’importo Una Tantum di 200 euro, che corrispondono a 22,2 euro al mese hanno risparmiato sull’aumento tabellare degli ultimi 9 mesi. Nei precedenti 18 mesi , fra Una Tantum e AFM siamo costati ancora meno, 15 euro…….naturalmente tutto scaglionato.

NOI SIAMO PER: La questione salariale è e deve essere centrale nel rinnovo contrattuale: non possiamo accettare logiche collaborative che ingabbiano nei meccanismi di “produttività” e di “competitività” gli aumenti; a maggior ragione è da contrastare l’accettazione della riforma della contrattazione. Noi crediamo sia necessario ripristinare il concetto di salario come “elemento indipendente” dalle logiche aziendali e di mercato che non possiamo governare, ma che metta in valore la professionalità che viene espressa.

Nel concreto si tratta non solo di richiedere “aumenti considerevoli”, ma meccanismi di adeguamento automatico.

Collegata di fatto alla questione salariale, è la gestione contrattuale e concreta della classificazione del personale, con il forte fenomeno del sottoinquadramento. Va invertita la rotta: la classificazione non può divenire uno strumento di contenimento del costo del lavoro.

Aumenti retributivi. Richiesta a “recupero” delle perdite salariali con un aumento minimo che si individua nella misura di euro 250 (parametro 3A). Introduzione di un meccanismo di adeguamento/aumento automatico.

Lavoro straordinario. Riduzione dei tetti massimi dello straordinario con aumento del costo per l'azienda.

Banca Ore: piena volontarietà del lavoratore nella scelta di avvalersi o meno della banca ore.



Su Art. 6 CCNL vigente Dichiarazione a verbale

Se nelle premesse di un CCNL di categoria si recepiscono le modifiche legislative del Decreto Madia (che apre la via alle privatizzazioni dei servizi pubblici locali), il nuovo Codice degli Appalti (che

azzera tutte le clausole di salvaguardia a garanzia del posto di lavoro) , l’implementazione dei modelli organizzativi imposti dal mercato che reclamano competitività e flessibilità, è evidente la partita è persa in partenza. Infatti gli articoli 6-7-8, con tutti i loro limiti, imponevano un sistema di regole al mercato del lavoro perchè garantivano il posto di lavoro e il contratto più favorevole nel cambio d’appalto.

Su tutto ciò, le OO.SS. confermano, in caso di cambio d’appalto, l’applicazione del Jobs Act per tutti, tranne per chi è stato assunto prima del 6-3-2015, ma solo in via transitoria ed eccezionale e fino alla data di scadenza del presente CCNL (che comunque sottostaranno alla legge Fornero).

NOI SIAMO PER: Clausola sociale/appalti/esternalizzazioni.: sul tema dei cambi di gestione l’introduzione formale di “clausole di garanzia” nelle procedure di cambio di appalto o di esternalizzazione non ha prodotto le sufficienti garanzie di mantenimento delle condizioni di lavoro, piuttosto ha contribuito di fatto a “agevolare” processi di privatizzazione e frammentazione. E' necessaria l’esplicita applicazione dei passaggi diretti, con mantenimento di tutte le condizioni contrattuali e preventiva convocazione di tutte le organizzazioni sindacali a cui i lavoratori conferiscono mandato. PRECARIETA' ED ESTERNALIZZAZIONI: Eliminazione del lavoro precario, mediante esplicita richiesta di trasformazione dei contratti precari in rapporti di lavoro a tempo indeterminato (precariato “interno” alle aziende).

Prevedere l’assorbimento dei lavoratori degli appalti strutturali (aziende e cooperative) da parte dell’azienda appaltante (pubblica o privata), è evidente che nella maggior parte delle volte siamo di fronte a illecite “somministrazioni” di manodopera. Per i Part-time. Meccanismo stringente di consolidamento dell’orario effettivamente svolto (aumento dell’orario minimo settimanale) con riferimento ai 6 mesi di lavoro. Per i Contratti a tempo determinato: possibilità per le aziende di usufruire di contratti a termine solo a fronte di specifiche esigenze temporali legate ad un evento o relativamente ad un periodo di necessario aumento forza lavoro. Obbligo di assunzione dopo 12 mesi di lavoro anche non continuativo e comunque priorità nell'assunzione dei lavoratori a tempo determinato tramite specifiche graduatorie di riserva. Altri contratti precari (somministrazione, inserimento ...). se ne richiede chiaramente la trasformazione in contratti veri.


Su modifica dell’ Art. 8 CCNl vigente


la locuzione “il trattamento economico e normativo previsto dal CCNL del settore dei servizi ambientali" viene sostituita con "l'applicazione di uno dei due CCNL dei servizi ambientali specifici del settore stipulati dalle 00.SS. comparativamente più rappresentative". Resta invariata l'eccezione all’applicazione dei CCNL dei servizi ambientali prevista dall’art.8 lettera B: lasciano piena libertà sul CCNL da applicare senza obbligatorietà per quello più favorevole.


  • NOI SIAMO PER: definizione del contratto unico di settore, come CCNL da applicarsi obbligatoriamente da parte di tutte le aziende che operano nel settore dell'igiene ambientale. Occorre bloccare la logica del dumping contrattuale che si è sviluppata negli ultimi anni, conseguente alla firma tra associazioni padronali ed organizzazioni sindacali compiacenti di CCNL che hanno peggiorate le condizioni dei lavoratori e delle lavoratrici.

CONSIDERAZIONI FINALI


Se Confindustria canta vittoria definendo la firma del nuovo CCNL “una svolta DECISIVA nel panorama contrattuale italiano”, idem Utilitalia, significa che qualcun altro ha perso.


Per i lavoratori dell’Igiene Ambientale questo contratto rappresenta uno scandaloso salto indietro, perché:


aumenta l’orario di lavoro, abbatte i costi per il lavoro straordinario ed abbassa i livelli professionali.


riduce pericolosamente tutte le garanzie del posto di lavoro, a cominciare dall’applicazione del Jobs Act, fino ai cambi d’appalto che si preannunciano in tutto il settore. Con i Decreti Madia si apre definitivamente la strada alle privatizzazioni.


I rinnovi dei CCNL avvengono da anni in un contesto di privatizzazione e di equiparazione al ribasso tra Federambiente e FISE, ma il segno deve essere opposto, che parta dal recupero e mantenimento dei diritti “acquisiti” e dalla necessità di migliorare le condizioni dei lavoratori.


Al di là delle questione contrattuali peggiorate (ancora non definite le modifiche sui temi: contratti flessibili, mutamento delle mansioni, regolamentazione delle Rsu, carta di qualificazione del conducente ecc) o rimaste irrisolte, restano i decreti Madia, resta il JOB ACT a disposizione per tagliare le garanzie per i lavoratori, resta il rischio dumping contrattuale, restano le ulteriori concessioni e il passo indietro rispetto flessibilità, riduzione reale dei salari e mansioni. La sicurezza sul lavoro sarà di fatto messa a rischio dall’aumento dell’ orario e della flessibilità. Le flessibilità richieste saranno solo il “primo giro” delle richieste delle aziende anche private, perché non viene messa in discussione anzi viene avvallata la scelta di privatizzazione e finanziarizzazione di questi servizi pubblici.  



La partita va giocata fino in fondo ed è quella che USB porterà avanti:

  • Contro il Decreto Madia sui Servizi Pubblici Locali ,il Codice degli Appalti e il Job Act;
  • Per le reinternalizzazioni dei servizi, per clausole sociali più stringenti e per una effettiva tutela nei cambi appalto anche nei capitolati di gara;
  • Per difendere il potere d’acquisto dei salari con aumenti adeguati e reali in busta paga;
  • Contro la classificazione del personale al ribasso, per la riduzione dei passaggi parametrali;
  • Per l’aumento della maggiorazione economica dello straordinario. Per la difesa della domenica come riposo settimanale dei lavoratori;
  • Per maggiori tutele su salute e sicurezza e garanzie di ricollocazione del personale non idoneo, contro l’aumento dei carichi di lavoro;
  • Per i diritti sindacali estesi anche alle rappresentanze dei lavoratori che non firmano contratti a perdere.

Entro il 15 settembre l’ipotesi di accordo deve essere sottoposta a consultazione fra i lavoratori.


Conosciamo bene i metodi “disinvolti” che le OO.SS. metteranno in campo per garantire la ratifica della firma, perché si mette in gioco la legittimità della loro rappresentanza. Ma è importante che i lavoratori e le lavoratrici sappiano e siano consapevoli che se accetteranno questo accordo, i firmatari avranno mano libera per attaccare l’istituto della malattia, dello sciopero e del riposo settimanale della domenica ed, in estrema sintesi, contribuiranno alla distruzione del servizio pubblico così come si è sviluppato negli anni anche a seguito di importanti battaglie sostenute dagli operatori ed operatrici del settore.




PER QUESTO CHIEDIAMO A TUTTE E TUTTI DI VOTARE E SOSTENERE LE RAGIONI DEL NO NELLE ASSEMBLEE DI CONSULTAZIONE E FRA I LAVORATORI E LE LAVORATRICI



Chi lotta può perdere, chi non lotta ha già perso.