COMUNICATO
STAMPA
L’albero
della vergogna sotto la sede di AMA
Ecco
i “regali di Natale” dei vertici aziendali alla città
Lunedì 22 dicembre dalle 11.00 alle 15..00 in via Calderon de la Barca sotto la direzione di AMA ci sarà una manifestazione indetta da USB e dal Coordinamento operaio di Ama per esprimere l’indignazione dei lavoratori nei confronti dei vertici aziendali scandalosamente implicati nel sistema degli appalti di Mafia Capitale.
La cessione di parti del servizio
ai privati o al sistema delle cooperative è servito in questi anni a
far crescere i costi, a precarizzare il lavoro e ad alimentare
circuiti malavitosi. E contemporaneamente il sistema dei rifiuti
continua ad essere gestito da vertici incompetenti e compromessi.
L’albero
della vergogna realizzato
dai lavoratori di AMA, che sarà posizionato davanti alla direzione
dell’azienda, servirà a simboleggiare le malefatte di una
struttura dirigente che continua a fare danni a cittadini e
dipendenti.
http://roma.repubblica.it/cronaca/2014/12/17/news/ama_la_nomina_shock_il_capo_dell_anticorruzione_fiscon_finito_in_manette-103076064/
Perché non andare a vedere se vi è una connessione con personaggi dei cimiteri capitolini?
RispondiEliminaDA IL TEMPODEL:
RispondiElimina11/01/2015 06:02
Arbitrato Ama-Colari
Indagati due consulenti per abuso d’ufficio
o Roma Capitale
Due indagati nell’inchiesta sul duplice arbitrato con cui la Colari, la società presieduta dell’imprenditore Manlio Cerroni, ha ottenuto il pagamento di 978 milioni di euro da Ama.
Nel registro delle notizie di reato della Procura della Repubblica di Roma sono finiti i due consulenti tecnici, nominati dal collegio arbitrale, e ritenuti esseri tecnici molto vicini al ras dei Rifiuti, già sotto processo a Roma. Nei loro confronti è ipotizzato il reato di abuso d’ufficio. L’inchiesta, inoltre, si arricchisce di nuovi atti. Il pm Alberto Galanti sta acquisendo parte delle carte giudiziarie dell’indagine Mafia Capitale, nella parte in cui Franco Panzironi e Giovanni Fiscon, entrambi ex direttori generali di Ama, sono intercettati proprio mentre parlano degli arbitrati, con riferimenti al collegio arbitrale. Alla base degli accertamenti, come detto, i due arbitrati tra Ama e Colari, l’azienda di Cerroni che ha gestito la vecchia discarica di Malagrotta (al centro di una terza inchiesta giudiziaria). La vicenda è stata denunciata anche dal presidente della municipalizzata, Daniele Fortini, in un incontro con il procutore capo Pignatone il 13 aprile scorso. In particolare, il primo arbitrato stabilisce che Ama dovrà riconoscere a Colari 78 milioni per la gestione «post mortem» di Malagrotta. Il secondo, invece, riguarda un obbligo per Ama di utilizzo per 10 anni dei due Tmb (impianto di Trattamento meccanico biologico) di Malagrotta e, in alternativa, un risarcimento per 900 milioni. Con quest’ultimo arbitrato, inoltre, Colari chiede il risarcimento danni in quanto l’azienda pubblica non sottoscrisse il contratto messo a punto dall’ex ad, Salvatore Cappello, che prevedeva un esborso di 500 milioni di euro per dieci anni, mentre l’impianto di Malagrotta avrebbe chiuso nel giro di poco tempo.
DI CHE VOGLIAMO PARLARE?
ARTICOLO DEL MESSAGGERO DATATO 20/01/2015
RispondiEliminaMafia Roma, corruzione in appalti Ama. Buzzi «una minaccia per le istituzioni»
«Nell'Ama (l'azienda municipale ambiente di Roma, ndr) il fenomeno corruttivo ha raggiunto la massima espressione inquinando tutte le gare di appalto». Lo scrivono i giudici del Riesame nelle motivazioni con cui hanno ribadito il carcere per Salvatore Buzzi e disposto i domiciliari per l'ex dg dell'Ama, Giovanni Fiscon.
Per i giudici l'Ama «piuttosto che improntare la propria attività a criteri di imparzialità e buon andamento della Pa, ha intrattenuto con le cooperative di Buzzi rapporti basati sulla corruzione».
Tra Buzzi e Fiscon, secondo i giudici, avvenivano «frenetici scambi di sms e gli incontri, denotano l'esistenza di interrelazioni e contatti del tutto anomali nel corso di una procedura di aggiudicazione di un appalto». Sull'ex dg Ama Fiscon, si legge, «non è stata individuata specifica utilità conseguita per la sua opera in favore dell'associazione criminale se si esclude la promessa di pulizia nel proprio appartamento» e «sussistono dubbi in ordine al riconoscimento dell'aggravante mafiosa» perchè «non emergono indizi univoci in ordine alla coscienza di agevolare l'associazione».
Buzzi «una minaccia per le istituzioni». Salvatore Buzzi rappresenta «una concreta minaccia per le istituzioni». È quanto scrivono i giudici del tribunale del Riesame nelle motivazioni con cui hanno respinto la richiesta di scarcerazione del braccio destro di Massimo Carminati aggiungendo che «è pericoloso per la società a tutti i livelli».
Per i magistrati Buzzi, l'uomo delle cooperative romane, «è persona pericolosa: la sua capacità di infiltrazione nel settore politico-imprenditoriale-economico attraverso la complicità di Carminati, del quale sfrutta la pregressa fama criminale e utilizzando la corruzione dei pubblici funzionari, è palese e costituisce una concreta minaccia per le istituzioni». I giudici del Riesame sottolineano come Buzzi «è determinato a fare affari in ogni campo arrivando anche a sfruttare a vantaggio proprio e dell'associazione le drammatiche vicenda dei migranti e dei richiedenti asilo».
SAREBBE OPPORTUNO VERIFICARE TUTTI MA DICO TUTTI GLI APPALTI DEGLI ULTIMI ANNI COMPRESO CIMITERI CAPITOLINI. VI E' MOLTO MA MOLTO ANCORA CHE PUO' EMERGERE DAL FANGO DELLA CORRUZIONE. PROVARE PER CREDERE.