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martedì 26 dicembre 2017

7.000.000 in fumo

7.000.000 in fumo
Continua in AMA lo stillicidio di automezzi incendiati. Autocompattatori e spazzatrici andati in “fumo” ma anche CRC, CR, e CLS ammassati nei piazzali delle autorimesse in attesa di riparazione. Non conosciamo il numero esatto, l’azienda si guarda bene dal diffondere questi dati, preferisce intimidire chi segnala guasti e anomalie. Tuttavia ne conosciamo i motivi, primo fra tutti la pesante riduzione degli investimenti, da 32 milioni del 2014 a 5 milioni del 2017, che impedisce lo svecchiamento del parco mezzi, ma anche la grave incuria con cui i mezzi di lavoro, operativi h24, 7gg su 7, vengono gestiti. Ma se per l’assenza di investimenti le responsabilità sono politiche, per l’incuria le responsabilità sono da addebitare tutte al nostro management sordo alle segnalazioni che indicano nell’assenza di lavaggi efficienti la causa maggiore di incendi e guasti sui mezzi di lavoro. Centinaia di migliaia di euro che vanno letteralmente in fumo perché i residui dei rifiuti non lavati inceppano gli organi di compattazione o si incendiano a contatto con le parti calde degli automezzi. Un danno che ha pesanti ricadute sul servizio ma anche sulla salute e la sicurezza degli operatori.
7.000.000 di euro è il valore di circa 96 ore che ogni lavoratore ha regalato ad AMA nell’ultimo anno grazie al CCNL che Cgil, Cisl, Uil e Fiadel hanno firmato e che ha portato la settimana lavorativa da 36 a 38 euro a parità di salario.
7.000.000 di euro messi in bilancio da AMA ad inizio anno ma dilapidati da una classe dirigente incapace e dalla Giunta Capitolina che non ha avuto il coraggio di mantenere le promesse fatte in campagna elettorale. Già a giugno 2017 la relazione semestrale di AMA ci informava della perdita di quasi 6 milioni di euro, e negli ultimi sei mesi la situazione è evidentemente peggiorata malgrado il tentativo maldestro di occultare i dati reali. Gli impianti TMB in continua sofferenza e nuovi accordi fra Regione Lazio e le Regioni Toscana e Abruzzo per il trasferimento dei rifiuti indifferenziati, ci dicono che la Raccolta Differenziata è rimasta ferma al “palo” se non addirittura diminuita, mentre il balletto di nomine ai vertici aziendali continua a vedere dirigenti che intascano ricchi compensi ma non pagano per i loro fallimenti, come dimostra la dipartita dell’ex Direttore Generale Stefano Bina, uomo da 250.000 euro annui.
I sacrifici imposti ai lavoratori non sono serviti a creare un solo posto di lavoro né a migliorare il servizio alla città, ma sono stati dilapidati da una giunta capitolina inconcludente e da una classe dirigente incapace

Oltre al danno la beffa. L’aumento dell’orario e dei carichi di lavoro non ha portato un solo euro nelle tasche dei lavoratori, malgrado l’accordo sul premio di produttività firmato prima delle elezioni RSU