mercoledì 11 maggio 2016

Il Silenzio delle RSU


Azienda e OO.SS impongono il silenzio alle RSU nei posti di lavoro.


Il nuovo corso aziendale sta procedendo unilateralmente nella riorganizzazione del lavoro. Trasferimenti, turni, orario di lavoro, festività comandate, palmari e gps, sanzioni sulle retromarce, piani ferie e altro ancora, fatti passare a colpi di O.d.S. o C.d.S. non concordati con la RSU e che interessano la vita di migliaia di lavoratori. Eppure il CCNL assegna alla RSU la titolarità della contrattazione di 2° livello ma i rappresentanti eletti dai lavoratori vengono sistematicamente ridotti al silenzio da Azienda e OO.SS. sia nei tavoli di trattativa che nei posti di lavoro. E’ anche vero purtroppo che la maggioranza delle RSU rinuncia al proprio ruolo di rappresentanza sottomettendosi alle pressioni delle segreterie di riferimento, le quali, facendo leva sulla collegialità dell’organismo di rappresentanza riescono ad azzerare l’intera RSU. Capiamo benissimo che tali meccanismi sono di difficile comprensione, ma nulla è a caso quando si riducono la democrazia e i diritti nei posti di lavoro.

Due esempi per tutti:
-circa un anno fa, i colleghi della zona 18b raccolgono le firme per richiedere un assemblea,        come previsto dal regolamento RSU, ma nonostante tutti i 71 consiglieri RSU con voto unanime abbiano deliberato l’approvazione, a tutt’oggi l’assemblea non è stata autorizzata, anzi un incontro partecipatissimo, fuori orario di lavoro, fra alcuni RSU e i lavoratori, ha subito l’intimidazione della CGIL in un tentativo goffo di prendere tutti i nomi dei colleghi che avevano partecipato, ma anche in 16b e 1a l’azione delle RSU è costantemente frenata dalle OO.SS.
-le RSU dell’autorimessa di Tor Pagnotta dopo due anni e mezzo di immobilismo, rompono gli indugi e con coraggio fanno “il minimo contrattuale”, chiedono un incontro con la Responsabile di Area e convocano un assemblea per confrontarsi con i lavoratori. Dopo un primo tentativo maldestro di addurre a misteriosi vizi di forma nella richiesta formale, per due volte è stata inoltrata la richiesta d’incontro e di assemblea ma ambedue le volte non è stata autorizzata senza uno straccio di motivazione formale ai diretti interessati. Purtroppo l’arroganza del Direttore del Personale è stata sostenuta dal pesante intervento di Fiadel e CGIL che hanno disconosciuto i propri delegati nonché RSU e da CISL e UIL che si sono “girati dall’altra parte”.
Lo schiaffo sonoro ha avuto effetto sui delegati meno intrepidi e più inclini all’ubbidienza che prontamente hanno ritirato la firma, ma ha scatenato la reazione dei lavoratori che hanno partecipato massicciamente alle assemblee fuori orario di lavoro su tutti e tre i turni, e hanno sostenuto le RSU di USB, il coraggio dell’RSU della CISL che ha fatto onore alla sua sigla malgrado la sua segreteria l’abbia abbandonato e il delegato UGL.

Il diritto dei lavoratori all’assemblea sul posto di lavoro è garantito dal CCNL, ma è negato proprio da quelle organizzazioni che ne dovrebbero garantire il rispetto.

Il confronto e la partecipazione dei lavoratori che una volta rappresentava la linfa vitale delle Organizzazioni Sindacali oggi è represso dalle stesse.

roma 18-04-2016


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