Il nostro è un sindacato costruttivo

fatto da lavoratori che amano questa città! Per questo ci impegnamo per rendere efficiente la nostra azienda, perchè é l'azienda di tutti i romani!

Ieri

Come eravamo

Oggi

Una figura che ancora ci accompagna nel segno della tradizione

Di giorno

Ci prendiamo cura della bellezza di questa città!

Di notte

Il nostro lavoro prosegue quando tutti dormono!

domenica 21 dicembre 2014

APPELLO A TUTTI I LAVORATORI DI AMA SpA
 E SOCIETA’ COLLEGATE

Siamo un gruppo di lavoratori di AMA SpA promotori di una sottoscrizione dei lavoratori AMA, per chiedere all’azienda di ripristinare la buona consuetudine, sempre rispettata fino a poco tempo fa, di concedere il subentro al posto di lavoro del coniuge/figlio superstite, di lavoratore deceduto in servizio; questo, ovviamente, nel caso si tratti di una famiglia senza ulteriore reddito e soprattutto in presenza di orfani minori d’età. Purtroppo, anche recentemente, è accaduto che alla vedova di un nostro collega deceduto in servizio nel marzo 2013 è stato negato dall’AMA il subentro come operaia a posto del marito, pur in presenza di un’orfana nata nel giugno 2012. Questa buona prassi che chiediamo all’AMA di ripristinare, non costituirebbe una mera operazione di assistenzialismo ma rientrerebbe in quanto auspicato dalla Responsabilità Sociale d’Impresa. Come approfondisce la Strategia Europea sulla Responsabilità Sociale d’Impresa 2011-2014 , la Responsabilità Sociale va oltre il rispetto delle prescrizioni di legge e individua pratiche e comportamenti, che un’impresa adotta su base volontaria, nella convinzione di ottenere dei risultati che possano arrecare benefici e vantaggi a se stessa e al contesto in cui opera. Se l’AMA tornasse a sentire l’obbligo morale di consentire il sostentamento alla famiglia del lavoratore deceduto prematuramente, questo accrescerebbe il senso di appartenenza dei lavoratori all’azienda con prevedibili vantaggi in termini di qualità del lavoro. Senza contare poi che, in questo modo, si impedirebbe il ricorso di vedove/orfani all’assistenza pubblica con conseguenti ricadute economiche su tutta la collettività.
Firmate per far ripristinare all’AMA SpA la buona prassi del subentro al posto di lavoro del coniuge/figlio superstite, di lavoratore deceduto in servizio, soprattutto se in presenza di orfani minori!
Allegati a questo appello troverete i moduli da compilare che andranno consegnati – in originale – entro il 20 gennaio 2015 ai referenti:  Angela Sepe - Enrico Del Duca


SCARICA  appello e modulo

L'albero della vergogna




COMUNICATO STAMPA
L’albero della vergogna sotto la sede di AMA
Ecco i “regali di Natale” dei vertici aziendali alla città




Lunedì 22 dicembre dalle 11.00 alle 15..00 in via Calderon de la Barca sotto la direzione di AMA ci sarà una manifestazione indetta da USB e dal Coordinamento operaio di Ama per esprimere l’indignazione dei lavoratori nei confronti dei vertici aziendali scandalosamente implicati nel sistema degli appalti di Mafia Capitale.
Ama, la nomina shock: il capo dell'anticorruzione Fiscon finito in manette

La cessione di parti del servizio ai privati o al sistema delle cooperative è servito in questi anni a far crescere i costi, a precarizzare il lavoro e ad alimentare circuiti malavitosi. E contemporaneamente il sistema dei rifiuti continua ad essere gestito da vertici incompetenti e compromessi.


 L’albero della vergogna realizzato dai lavoratori di AMA, che sarà posizionato davanti alla direzione dell’azienda, servirà a simboleggiare le malefatte di una struttura dirigente che continua a fare danni a cittadini e dipendenti.

http://roma.repubblica.it/cronaca/2014/12/17/news/ama_la_nomina_shock_il_capo_dell_anticorruzione_fiscon_finito_in_manette-103076064/

sabato 6 dicembre 2014

Roma, xx novembre 2014

Oggetto: richiesta di incontro Impianto Multimateriale Via Laurentina.

In seguito all’atteggiamento vessatorio, ripetuto e perpetrato dal Responsabile dell’Impianto AMA Multimateriale di Via Laurentina, Ing. P. De Felice, ai danni dei lavoratori che hanno segnalato le problematiche relative alla gestione dell’impianto stesso, la scrivente O.S. chiede un incontro chiarificatore che eviti il ricorso ad eventuali azioni sindacali e legali necessarie a tutelare i lavoratori e il servizio pubblico.


Certi di positivo e sollecito riscontro, porgiamo distinti saluti.

Esecutivo Regionale Confederale Maria Teresa Pascucci
LE MANI SPORCHE SULLA CITTA’
Gli arresti e gli indagati eccellenti di Roma riferiscono di un sistema politico di gestione delle risorse pubbliche attraverso gli appalti pesantemente pervaso da interessi mafiosi: si tratta dell’ennesimo caso, non sarà l’ultimo.
L’ascesa del potere della finanza sulla politica e la conseguente ricerca del profitto su tutto ciò che riguarda i beni pubblici inesorabilmente portano al prevalere dell’interesse privato, sfociando ormai costantemente nel mare aperto dell’illegalità .
La rappresentanza politica è una marionetta in mano a questi interessi criminal/economici.
Il capitale vuole essere lasciato libero di definire le regole ed assoggettare ad esse tutte le scelte di rilevanza pubblica (come i servizi pubblici generali e quelli locali) ed è inevitabile che sull'altare del profitto si sacrifichino via via trasparenza, eticità, e la stessa legalità.
E’ un fiume di denari, un sistema consolidato di clientele, occupazione di spazi ed incarichi pubblici, che è servito a finanziare interessi economici e personali, che nulla avevano ed hanno a che spartire con la gestione dei servizi pubblici. Il caso di Roma arriva da ultimo, dopo il Mose, l’Expo……
L' USB da tempo aveva denunciato al Sindaco Marino le storture nella gestione Ama, e fino a pochi giorni fa anche all'Assessore all'Ambiente, sottolineando che aver cambiato solo l'amministratore delegato ed il capo del personale, lasciando inalterata tutta la rete dei dirigenti che gestiva l'AMA con Panzironi, non avrebbe prodotto nè miglioramenti nè trasparenza.
L'arresto, tra gli altri, di Fiscon, Direttore Generale di AMA ci ha dato pienamente ragione.
Nel frattempo, i servizi sono peggiorati, sono peggiorate le condizioni materiali dei lavoratori e delle lavoratrici, triturati nel vortice del sistema degli appalti e subappalti.
Una “clausola sociale” che è valsa solo a garantire ruberie e malaffare: non la qualità dei servizi, non l’occupazione e salari dignitosi ai lavoratori, non la tutela dell’ambiente (pensiamo alle speculazioni proprio nel settore dei rifiuti).
L’indagine “Mondo di Mezzo” ha scoperchiato, se ce ne fosse stato ancora ulteriore bisogno, un immenso verminaio di corruttela e malaffare che ha pervaso la politica e la gestione della cosa pubblica. In perfetto stile bipartisan:
la destra che fomenta le periferie sui problemi dell’immigrazione è la stessa destra che, quando amministra, distribuisce appalti ad amici e complici mafiosi.
La sinistra che abbandona le periferie per i salotti buoni è la stessa che, quando amministra, privatizza tutto, la scuola, la sanità e i servizi sociali.
Il controllo è totale e i costi collettivi aumentano, clientele e corruzione imperversano, corrompendo anche settori popolari e proletari con un disegno unico, il profitto e il potere, in cambio della sopravvivenza, della precarietà generalizzata, del controllo sociale e del ricatto, quindi il degrado della dignità, spesso con il compiacente silenzio dei sindacati confederali.
Se una spending review si deve fare, la si faccia nei confronti del sistema delle nomine nelle aziende partecipate e nel sistema degli appalti pubblici: si mettano in trasparenza i tanti, troppi “lati oscuri” e si riprenda il governo della cosa pubblica.
Anche per questo abbiamo scioperato il 24 ottobre e continueremo con iniziative di lotta: perché i servizi pubblici locali ritornino nelle mani dei cittadini, perché il governo della cosa pubblica sia affidato alle assemblee elettive, perché la gestione delle società pubbliche, che pubbliche devono rimanere, sia agito da persone che rispondono agli interessi della collettività , e non a quelli privatistiche del profitto.
A chi in queste ora invoca la privatizzazione delle aziende pubbliche, a seguito del malaffare che le ha inquinate, rispondiamo che il malaffare risiede proprio laddove sono state fatte le privatizzazioni e si è utilizzato lo strumento degli appalti.
La nostra risposta e proposta è una ricomposizione degli interessi popolari che veda uniti dipendenti e cittadini utenti e che, a partire da problemi concreti, imponga con la lotta nuovi metodi di scelta e intervento per la gestione dei beni comuni e dei servizi fuori dalla logica del profitto, a partire dalla reinternalizzazione di ampi settori di servizi pubblici.


Roma, 2.12.2014