Piattaforma politica del Forum Rifiuti
Zero Lazio
Sintesi delle
indicazioni alla politica per un diverso modello di gestione dei rifiuti
Il Forum Rifiuti Zero Lazio collega organicamente una quindicina di
comitati/associazioni del territorio regionale, in rappresentanza delle
rispettive comunità territoriali che si battono in difesa della salute della
popolazione, in difesa delle risorse naturali del pianeta, in favore di
pratiche virtuose capaci di creare imprenditorialità diffusa e migliaia di posti di lavoro
economicamente sostenibili, il tutto compromesso da una politica istituzionale
sbagliata nell’impostazione e imperterrita a proseguire nello sbaglio da ben
piu’ di un decennio.
I punti della piattaforma
politica del Forum (documento aperto a continui aggiornamenti) sono:
1. Dopo la bocciatura del piano rifiuti regionale
da parte del TAR Lazio, anche se sospesa recentemente dal Consiglio di Stato,
ci sono ampie motivazioni, condivise da tutte le associazioni e comitati, e da
molti partiti politici, che impongono la necessità di scrivere un nuovo piano rifiuti.
2. Lo
scenario strategico del
nuovo piano rifiuti deve essere disposto nella direzione di seguire le
direttive e raccomandazioni dell’U.E. dando priorità assoluta al recupero della materia, abbandonando la
chiusura del ciclo attraverso l’incenerimento dei rifiuti (la cosiddetta “valorizzazione energetica”), in linea
con le raccomandazioni della C.E. per l’abolizione del conferimento in
discarica e negli inceneritori entro il 2020.
3.
Il primo
atto fondamentale di ogni Istituzione coinvolta (Regione, Comune) deve essere
lo stanziamento di adeguati fondi
economici per l’implementazione della Raccolta Differenziata (RD) di tipo
domiciliare (cioè porta-a-porta) su tutta l’area urbana di Roma e su tutte le
Province, con l’obiettivo del raggiungimento del 65% del materiale riciclato, nel giro di pochi semestri.
4.
No al
modello “ciclo integrato dei rifiuti” che insiste tragicamente sullo
schema incenerimento-discariche. Chiediamo alla politica istituzionale un Sì
convinto, deciso, competente, determinato al modello “Rifiuti Zero senza discariche – senza inceneritori”.
5.
Sì a
forti investimenti economico-culturali sulla Prevenzione e Riduzione della produzione dei rifiuti a monte:
questa scelta automaticamente ha una conseguenza positiva sulla produzione dei
rifiuti industriali, in quanto il rapporto tra la quantità di oggetti
post-consumo e la quantità di rifiuti industriali associati è circa 1 a 70.
6.
Sì
all’adeguamento del numero di Isole
Ecologiche ad es. con un rapporto di almeno 1 per 50-100 mila residenti ed
adeguati investimenti economico-culturali nel riutilizzo e valorizzazione degli
oggetti scartati.
7.
Sì a moderne filiere di riciclaggio delle
materie seconde estratte dai rifiuti, secondo i concetti europei del Riciclo
Totale.
8.
Sì a
forti investimenti economico-culturali sul compostaggio
aerobico della frazione organica da
RD domiciliare porta a porta, favorendo
tutti i livelli, quello
domestico, di condominio, di istituto scolastico, di quartiere, di distretto
municipale.
9.
Sì ad
una decisa presa di posizione per l’abolizione
degli incentivi statali del Conto energia per gli impianti a
biomassa/biogas; gli incentivi distorcono il corretto ciclo dei rifiuti,
assimilandoli a materiali per fonti energetiche rinnovabili, sottraendo risorse
economiche alle vere fonti rinnovabili. Conseguente spostamento degli incentivi sul riciclo e sul
compostaggio aerobico.
10.
No all’impiego nei Cementifici di CSS – Combustibili Solidi Secondari
ricavati
dalla frazione secca dei rifiuti con l’aggiunta di altre componenti. La salute
dei cittadini non puo’ essere sottomessa agli interessi economici di nessuno.
11.
No a impianti per generazione di energia
elettrica/termica da
biomasse nobili e/o da rifiuti: netta
posizione di rifiuto pregiudiziale, salvo riconsiderazioni in presenza di
garanzie , al momento non ipotizzabili,
tali da poter superare il principio di precauzione.
12. Sì ad una gestione dell’intero ciclo dei rifiuti
totalmente pubblica e partecipata (con la partecipazione decisionale dei
lavoratori e cittadini organizzati), con
logiche economiche fuori dai profitti,
che diano priorità alla salute dei cittadini e alla salvaguardia del
territorio.