CHI
TIRA IL CARRETTINO……E CHI SI
INTASCA
IL PREMIO DI RISULTATO.
Da oltre un anno le condizioni di lavoro per i
dipendenti AMA sono cambiate. Con l’estensione del PAP sono
aumentati i servizi e i carichi di lavoro, inoltre i trasferimenti
hanno raggiunto dimensioni da esodo di massa, creando pesanti disagi
ai lavoratori delle zone.
Purtroppo il “capolavoro” confezionato dalle
consulenze esterne, in tandem con i nostri uffici preposti, ha
prodotto una pianificazione improvvisata che ha messo a dura prova
l’impegno di migliaia di operatori e autisti. Ignorare l’apporto
di chi vive e lavora sul territorio e affidarsi totalmente al
censimento telematico e alle mappe elettroniche significa: 1) non
tenere conto delle utenze in nero
(domicili non registrati), centinaia di migliaia di cittadini che
riversano per strada tonnellate di rifiuti perché privi di
cassonetti o mastelli; 2) redigere itinerari
improbabili con strade senza uscita,
inaccessibili, sterrate e abitazioni prive di numeri civici. A
queste evidenti carenze bisogna aggiungere: il blocco delle
assunzioni a fronte della richiesta di nuovi servizi; la scarsità
di macchine-madri sul territorio a causa di deficienze organizzative
nelle officine; le criticità riscontrate negli impianti;
l’insufficiente rapporto fra utenza e azienda, limitato alla linea
verde che registra le segnalazioni ma non fornisce risposte
tempestive e soddisfacenti alle istanze dei cittadini che esasperati
scaricano il proprio malcontento sui lavoratori e non sono
incoraggiati a comportamenti virtuosi.
Nonostante siano evidenti le responsabilità,
l’Azienda, il Sindaco e la stampa hanno volutamente individuato nei
diritti dei lavoratori le “cause di tutti i mali”.
Quindi, trionfo dell’ipocrisia, i nostri dirigenti
si sono fatti carico di correggere le storture:
-rimodulare l’art.10 e ridistribuirlo in base alla
presenza;
-minacciare di licenziamento i dipendenti con malattie
lunghe (quindi affetti da patologie gravi);
-ridurre ad un solo operatore il servizio della base
anche se i cassonetti e i giri di raccolta sono
invasi dai rifiuti;
-spalmare il piano ferie da inizio giugno a fine
settembre e ridurre la fruizione a Natale e Pasqua;
-aumentare la pressione degli agenti del gruppo
ispettivo sui lavoratori invece di incrementare il
controllo, l’informazione e sanzionare chi non
rispetta il corretto conferimento dei rifiuti;
-limitazione alla fruizione dei permessi previsti dalla
legge 104.
Oltre al danno la beffa. L’obiettivo del 50% di
raccolta differenziata entro il 2014 porterà nelle tasche dei nostri
dirigenti un premio di risultato già previsto dal loro contratto,
nonostante i superminimi invariati e le sostanziose buonuscite ( il
C.d.A. non ha smentito i 500.000 euro a Paolo Passi, campione di
incompetenza e protagonista della stagione di parentopoli).
I lavoratori che si sono fatti carico del gap
accumulato dall’azienda in anni di malagestione e inefficienza, che
continueranno a supportare le deficienze di una pianificazione
improvvisata raccogliendo tonnellate di rifiuti sparsi nelle strade
vedono peggiorare le condizioni di lavoro, attaccare i loro diritti e
non riconosciuto il loro contributo al raggiungimento dello stesso
obiettivo.
E le RSU?...prigioniere di CGIL CISL UIL e FIADEL
malgrado il mandato avuto dai lavoratori.
Il nuovo C.d.A. doveva rappresentare il cambiamento,
ma conferma la celebre frase di un vecchio film: “tutto
cambia perché tutto rimanga com’era”.