lunedì 13 ottobre 2014


CHI TIRA IL CARRETTINO……E CHI SI
INTASCA IL PREMIO DI RISULTATO.

Da oltre un anno le condizioni di lavoro per i dipendenti AMA sono cambiate. Con l’estensione del PAP sono aumentati i servizi e i carichi di lavoro, inoltre i trasferimenti hanno raggiunto dimensioni da esodo di massa, creando pesanti disagi ai lavoratori delle zone.
Purtroppo il “capolavoro” confezionato dalle consulenze esterne, in tandem con i nostri uffici preposti, ha prodotto una pianificazione improvvisata che ha messo a dura prova l’impegno di migliaia di operatori e autisti. Ignorare l’apporto di chi vive e lavora sul territorio e affidarsi totalmente al censimento telematico e alle mappe elettroniche significa: 1) non tenere conto delle utenze in nero (domicili non registrati), centinaia di migliaia di cittadini che riversano per strada tonnellate di rifiuti perché privi di cassonetti o mastelli; 2) redigere itinerari improbabili con strade senza uscita, inaccessibili, sterrate e abitazioni prive di numeri civici. A queste evidenti carenze bisogna aggiungere: il blocco delle assunzioni a fronte della richiesta di nuovi servizi; la scarsità di macchine-madri sul territorio a causa di deficienze organizzative nelle officine; le criticità riscontrate negli impianti; l’insufficiente rapporto fra utenza e azienda, limitato alla linea verde che registra le segnalazioni ma non fornisce risposte tempestive e soddisfacenti alle istanze dei cittadini che esasperati scaricano il proprio malcontento sui lavoratori e non sono incoraggiati a comportamenti virtuosi.
Nonostante siano evidenti le responsabilità, l’Azienda, il Sindaco e la stampa hanno volutamente individuato nei diritti dei lavoratori le “cause di tutti i mali”.
Quindi, trionfo dell’ipocrisia, i nostri dirigenti si sono fatti carico di correggere le storture:
-rimodulare l’art.10 e ridistribuirlo in base alla presenza;
-minacciare di licenziamento i dipendenti con malattie lunghe (quindi affetti da patologie gravi);
-ridurre ad un solo operatore il servizio della base anche se i cassonetti e i giri di raccolta sono
invasi dai rifiuti;
-spalmare il piano ferie da inizio giugno a fine settembre e ridurre la fruizione a Natale e Pasqua;
-aumentare la pressione degli agenti del gruppo ispettivo sui lavoratori invece di incrementare il
controllo, l’informazione e sanzionare chi non rispetta il corretto conferimento dei rifiuti;
-limitazione alla fruizione dei permessi previsti dalla legge 104.

Oltre al danno la beffa. L’obiettivo del 50% di raccolta differenziata entro il 2014 porterà nelle tasche dei nostri dirigenti un premio di risultato già previsto dal loro contratto, nonostante i superminimi invariati e le sostanziose buonuscite ( il C.d.A. non ha smentito i 500.000 euro a Paolo Passi, campione di incompetenza e protagonista della stagione di parentopoli).
I lavoratori che si sono fatti carico del gap accumulato dall’azienda in anni di malagestione e inefficienza, che continueranno a supportare le deficienze di una pianificazione improvvisata raccogliendo tonnellate di rifiuti sparsi nelle strade vedono peggiorare le condizioni di lavoro, attaccare i loro diritti e non riconosciuto il loro contributo al raggiungimento dello stesso obiettivo.

E le RSU?...prigioniere di CGIL CISL UIL e FIADEL malgrado il mandato avuto dai lavoratori.

Il nuovo C.d.A. doveva rappresentare il cambiamento, ma conferma la celebre frase di un vecchio film: “tutto cambia perché tutto rimanga com’era”.

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