Prima
ti ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono.
Poi vinci.
(Gandhi)
Il comunicato
denigratorio e mistificante firmato separatamente da CGIL e FIADEL,
ai danni di un nostro delegato, in fondo ci gratifica perché, dopo
anni di potere indiscusso delle OO.SS. costruito attraverso le
deleghe in cambio di favori e raccomandazioni, finalmente sono
costretti a misurarsi con chi non accetta scambi e vuole mettere i
diritti dei lavoratori al centro del confronto sindacale.
Premessa
Gli impianti di AMA
rappresentano una criticità cronica per mancanza di una
pianificazione seria sulla gestione della Raccolta Differenziata.
Tranne le “sparate rassicuranti e interessate” di Fortini, i
numeri sui reali flussi di materiale raccolto non sono mai stati
forniti e probabilmente non si sono mai preoccupati di monitorarli.
Fatto sta che da anni i cernitori degli impianti di multimateriale
selezionano manualmente materiale fortemente inquinato ( possiamo
definirlo prossimo all’indifferenziato) mentre gli operatori dei
TMB sono immersi letteralmente in una discarica al chiuso.
Gli accordi firmati
dalle OO.SS. in assenza delle RSU.
14/3/2014, a seguito di
un assemblea di USB con i lavoratori del TMB Salario in risposta a
una petizione/denuncia sulle condizioni di lavoro nell’impianto, le
OO.SS. si affrettano a quietare il malcontento firmando un Accordo
per il riconoscimento dei livelli previsti dal CCNL, e promettendo di
intervenire sul disagio lavorativo. A distanza di oltre due anni dopo
un sollecito e una denuncia pubblica di USB, ai lavoratori degli
impianti è stato riconosciuto l’inquadramento previsto, ma il
disagio è rimasto.
13/5/2015, mentre gli
impianti strapieni sono una bomba sanitaria oltre che ambientale,
firmano un Accordo criminale che scambia
l’allungamento
della
giornata lavorativa a 8 ore con un premio giornaliero di 25 euro
lordi, alla faccia dell’impatto sulla salute che tale
prolungamento orario ha sui lavoratori. Peraltro il “premio” è
stato erogato grazie ad un successivo accordo che per senso di
responsabilità abbiamo sottoscritto insieme alle RSU finalmente
convocate, visto che Azienda e OO.SS. avevano pattuito che sarebbe
stato corrisposto a fine emergenza, cioè mai.
4/5/2016, secondo
accordo criminale che scambia
il prolungamento dell’orario di lavoro a 8 ore, con un premio
giornaliero di 30 euro lordi. In cambio della salute “si
insaporisce la minestra”. Ma i lavoratori chiedono il
riconoscimento di un indennità fissa, non legata all’aumento di
orario, che riconosca il disagio del loro ambito lavorativo.
Nell’accordo viene aggiunto che l’indennità verrà discussa
entro la fine di giugno. Le RSU a maggioranza firmano, i lavoratori
sono messi a tacere e il nostro delegato rimane da solo a respingere
l’accordo. Alla fine di giugno la promessa non viene mantenuta e
l’indennità rimane una pia illusione.
Luglio 2016, dopo il
blitz della sindaca Raggi a Rocca Cencia che scoperchia l’inferno
impianti, l’Azienda chiede di rinnovare gli accordi precedenti, ma
c’è un forte imbarazzo perché adesso tutti sanno in che
condizioni si lavora in quegli impianti e oltretutto i lavoratori
protestano per la promessa mancata. L’Azienda dunque tenta di
aggirare l’ostacolo proponendo l’imposizione delle domeniche con
“premio”.
Le RSU si spaccano in
due e non accettano il nuovo accordo. Ma Azienda e OO.SS. operano in
tandem e mentre la prima comanda i lavoratori nelle domeniche di
luglio e agosto, i secondi invece di contrastare l’abuso dando
indicazioni di rifiutarsi al lavoro domenicale, si accontentano di
mettere in cattiva luce le RSU alla faccia dei lavoratori che sono
costretti a lavorare anche di ferragosto senza “premio”.
Nello stesso mese
l’Azienda presenta le Linee Guida per gli Impianti, una sorta di
contratto integrativo di 2° livello, dove si chiede un
organizzazione del lavoro 7 giorni su 7 H24 a fronte
“dell’individuazione di una forma economica correlata alle
attività specifiche degli impianti limitatamente ai lavoratori
idonei”, e di un eventuale premio quando si farà l’accordo sulla
produttività complessivo per AMA (sic!).
Per ben quattro volte
il tavolo di trattativa è stato convocato e non ha prodotto nulla,
malgrado il malcontento crescente dei lavoratori e l’inutile
dispendio di ore di permesso sindacale.
Dopo le dovute
premesse, spieghiamo ai lavoratori cosa ha “tentato” di proporre
il nostro delegato in qualità di portavoce RSU, e che tanto ha
sconcertato le OO.SS.:
Le RSU presenti hanno
scelto deliberatamente il nostro delegato come loro portavoce in
quanto ha seguito costantemente tutte le fasi e gli incontri dedicati
agli impianti. Precedentemente era stato scelto più volte come
portavoce un rappresentante che lavora negli impianti e che,
costantemente relegato ai margini della discussione, aveva
inutilmente perorato la causa del riconoscimento economico. Veniva
quindi rinnovata dalle RSU la proposta di un indennità fissa come
promesso nell’accordo del 4/5/2016.
Vista l’inconcludenza
di anni di confronto a danno dei lavoratori, il portavoce suggeriva
al tavolo di riconoscere DA SUBITO una maggiorazione economica, ed un
modo per farlo senza aspettare i lunghi tempi del contratto
integrativo, poteva essere quella di usare l’articolo contrattuale
che prevede l’indennità di maggiore produttività a operai e
autisti nella giornata di lavoro dopo una festività applicandola,
per gli addetti agli impianti, su tutti i giorni lavorativi con un
conseguente incremento economico di circa 130 euro mensili. Questo
come segnale immediato di riconoscimento verso l’impegno e il senso
di responsabilità dei lavoratori senza richiedere ulteriori
sacrifici e in attesa di ulteriori “sforzi” da parte del tavolo
per definire un compenso più adeguato.
La seconda proposta di
discussione da parte del nostro delegato, recepiva il suggerimento di
qualche lavoratore e consisteva nella possibilità per il singolo
operatore che ne faceva domanda, di essere impiegato, anche
temporaneamente, in ambiti lavorativi a minor impatto ambientale. Ciò
in considerazione del fatto che non esiste “via di fuga dagli
impianti”, cioè non vengono accettate domande di trasferimento in
altri ambiti lavorativi.
E’ evidente che le
suddette proposte non implicavano nessuno scambio, ma scompaginavano
quello che probabilmente viene scritto in tavoli separati da Azienda
e OO.SS. per poi essere serviti già pronti alla ratifica delle RSU.
ALCUNE DOMANDE SONO
D’OBBLIGO A CHI FIRMA QUESTE MENZOGNE E MISTIFICAZIONI:
PERCHE’ L’INCONTRO
DEL 9/11/2016 SI E’ LIMITATO ALL’INTERVENTO DELLE RSU, DOPODICHE’
LE OO.SS. RIMANDANO LA DISCUSSIONE SUGLI IMPIANTI A UN MISTERIOSO
DOCUMENTO CHE L’AZIENDA DEVE STILARE?
SI TRATTA PER CASO
DI UN ACCORDO GIA’ CONCORDATO CHE SCAMBIA (IN QUESTO CASO IL VERBO
E’ APPROPRIATO) LE DOMENICHE OBBLIGATORIE E IL TURNO CONTINUO E
AVVICENDATO CON EVENTUALE EMOLUMENTO ECONOMICO?
SONO ABITUATI A
TRATTARE I LAVORATORI COME UNA MASSA DI MANOVRA, E PER QUESTO PENSANO
CHE TUTTE LE BUGIE O LE OMISSIONI SUGLI ACCORDI SOTTOBANCO SONO
FACILMENTE DIGERITE IN NOME DEI PRIVILEGI CHE HANNO DISTRIBUITO. MA
LA MAREA DI NO ALLA PIATTAFORMA DI RINNOVO DEL CCNL E LE QUASI 2000
DISDETTE PIOVUTEGLI ADDOSSO, HANNO RAPPRESENTATO UN BRUTTO RISVEGLIO
PER CHI DOVEVA RAPPRESENTARE I LAVORATORI E INVECE NE E’ DIVENTATA
LA CONTROPARTE.