martedì 22 novembre 2016

A RIGUARDO DEGLI IMPIANTI

Prima ti ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono.
Poi vinci. (Gandhi)


Il comunicato denigratorio e mistificante firmato separatamente da CGIL e FIADEL, ai danni di un nostro delegato, in fondo ci gratifica perché, dopo anni di potere indiscusso delle OO.SS. costruito attraverso le deleghe in cambio di favori e raccomandazioni, finalmente sono costretti a misurarsi con chi non accetta scambi e vuole mettere i diritti dei lavoratori al centro del confronto sindacale.
Premessa
Gli impianti di AMA rappresentano una criticità cronica per mancanza di una pianificazione seria sulla gestione della Raccolta Differenziata. Tranne le “sparate rassicuranti e interessate” di Fortini, i numeri sui reali flussi di materiale raccolto non sono mai stati forniti e probabilmente non si sono mai preoccupati di monitorarli. Fatto sta che da anni i cernitori degli impianti di multimateriale selezionano manualmente materiale fortemente inquinato ( possiamo definirlo prossimo all’indifferenziato) mentre gli operatori dei TMB sono immersi letteralmente in una discarica al chiuso.
Gli accordi firmati dalle OO.SS. in assenza delle RSU.
14/3/2014, a seguito di un assemblea di USB con i lavoratori del TMB Salario in risposta a una petizione/denuncia sulle condizioni di lavoro nell’impianto, le OO.SS. si affrettano a quietare il malcontento firmando un Accordo per il riconoscimento dei livelli previsti dal CCNL, e promettendo di intervenire sul disagio lavorativo. A distanza di oltre due anni dopo un sollecito e una denuncia pubblica di USB, ai lavoratori degli impianti è stato riconosciuto l’inquadramento previsto, ma il disagio è rimasto.
13/5/2015, mentre gli impianti strapieni sono una bomba sanitaria oltre che ambientale, firmano un Accordo criminale che scambia l’allungamento della giornata lavorativa a 8 ore con un premio giornaliero di 25 euro lordi, alla faccia dell’impatto sulla salute che tale prolungamento orario ha sui lavoratori. Peraltro il “premio” è stato erogato grazie ad un successivo accordo che per senso di responsabilità abbiamo sottoscritto insieme alle RSU finalmente convocate, visto che Azienda e OO.SS. avevano pattuito che sarebbe stato corrisposto a fine emergenza, cioè mai.
4/5/2016, secondo accordo criminale che scambia il prolungamento dell’orario di lavoro a 8 ore, con un premio giornaliero di 30 euro lordi. In cambio della salute “si insaporisce la minestra”. Ma i lavoratori chiedono il riconoscimento di un indennità fissa, non legata all’aumento di orario, che riconosca il disagio del loro ambito lavorativo. Nell’accordo viene aggiunto che l’indennità verrà discussa entro la fine di giugno. Le RSU a maggioranza firmano, i lavoratori sono messi a tacere e il nostro delegato rimane da solo a respingere l’accordo. Alla fine di giugno la promessa non viene mantenuta e l’indennità rimane una pia illusione.
Luglio 2016, dopo il blitz della sindaca Raggi a Rocca Cencia che scoperchia l’inferno impianti, l’Azienda chiede di rinnovare gli accordi precedenti, ma c’è un forte imbarazzo perché adesso tutti sanno in che condizioni si lavora in quegli impianti e oltretutto i lavoratori protestano per la promessa mancata. L’Azienda dunque tenta di aggirare l’ostacolo proponendo l’imposizione delle domeniche con “premio”.
Le RSU si spaccano in due e non accettano il nuovo accordo. Ma Azienda e OO.SS. operano in tandem e mentre la prima comanda i lavoratori nelle domeniche di luglio e agosto, i secondi invece di contrastare l’abuso dando indicazioni di rifiutarsi al lavoro domenicale, si accontentano di mettere in cattiva luce le RSU alla faccia dei lavoratori che sono costretti a lavorare anche di ferragosto senza “premio”.
Nello stesso mese l’Azienda presenta le Linee Guida per gli Impianti, una sorta di contratto integrativo di 2° livello, dove si chiede un organizzazione del lavoro 7 giorni su 7 H24 a fronte “dell’individuazione di una forma economica correlata alle attività specifiche degli impianti limitatamente ai lavoratori idonei”, e di un eventuale premio quando si farà l’accordo sulla produttività complessivo per AMA (sic!).
Per ben quattro volte il tavolo di trattativa è stato convocato e non ha prodotto nulla, malgrado il malcontento crescente dei lavoratori e l’inutile dispendio di ore di permesso sindacale.
Dopo le dovute premesse, spieghiamo ai lavoratori cosa ha “tentato” di proporre il nostro delegato in qualità di portavoce RSU, e che tanto ha sconcertato le OO.SS.:
Le RSU presenti hanno scelto deliberatamente il nostro delegato come loro portavoce in quanto ha seguito costantemente tutte le fasi e gli incontri dedicati agli impianti. Precedentemente era stato scelto più volte come portavoce un rappresentante che lavora negli impianti e che, costantemente relegato ai margini della discussione, aveva inutilmente perorato la causa del riconoscimento economico. Veniva quindi rinnovata dalle RSU la proposta di un indennità fissa come promesso nell’accordo del 4/5/2016.
Vista l’inconcludenza di anni di confronto a danno dei lavoratori, il portavoce suggeriva al tavolo di riconoscere DA SUBITO una maggiorazione economica, ed un modo per farlo senza aspettare i lunghi tempi del contratto integrativo, poteva essere quella di usare l’articolo contrattuale che prevede l’indennità di maggiore produttività a operai e autisti nella giornata di lavoro dopo una festività applicandola, per gli addetti agli impianti, su tutti i giorni lavorativi con un conseguente incremento economico di circa 130 euro mensili. Questo come segnale immediato di riconoscimento verso l’impegno e il senso di responsabilità dei lavoratori senza richiedere ulteriori sacrifici e in attesa di ulteriori “sforzi” da parte del tavolo per definire un compenso più adeguato.
La seconda proposta di discussione da parte del nostro delegato, recepiva il suggerimento di qualche lavoratore e consisteva nella possibilità per il singolo operatore che ne faceva domanda, di essere impiegato, anche temporaneamente, in ambiti lavorativi a minor impatto ambientale. Ciò in considerazione del fatto che non esiste “via di fuga dagli impianti”, cioè non vengono accettate domande di trasferimento in altri ambiti lavorativi.
E’ evidente che le suddette proposte non implicavano nessuno scambio, ma scompaginavano quello che probabilmente viene scritto in tavoli separati da Azienda e OO.SS. per poi essere serviti già pronti alla ratifica delle RSU.
ALCUNE DOMANDE SONO D’OBBLIGO A CHI FIRMA QUESTE MENZOGNE E MISTIFICAZIONI:
PERCHE’ L’INCONTRO DEL 9/11/2016 SI E’ LIMITATO ALL’INTERVENTO DELLE RSU, DOPODICHE’ LE OO.SS. RIMANDANO LA DISCUSSIONE SUGLI IMPIANTI A UN MISTERIOSO DOCUMENTO CHE L’AZIENDA DEVE STILARE?
SI TRATTA PER CASO DI UN ACCORDO GIA’ CONCORDATO CHE SCAMBIA (IN QUESTO CASO IL VERBO E’ APPROPRIATO) LE DOMENICHE OBBLIGATORIE E IL TURNO CONTINUO E AVVICENDATO CON EVENTUALE EMOLUMENTO ECONOMICO?
SONO ABITUATI A TRATTARE I LAVORATORI COME UNA MASSA DI MANOVRA, E PER QUESTO PENSANO CHE TUTTE LE BUGIE O LE OMISSIONI SUGLI ACCORDI SOTTOBANCO SONO FACILMENTE DIGERITE IN NOME DEI PRIVILEGI CHE HANNO DISTRIBUITO. MA LA MAREA DI NO ALLA PIATTAFORMA DI RINNOVO DEL CCNL E LE QUASI 2000 DISDETTE PIOVUTEGLI ADDOSSO, HANNO RAPPRESENTATO UN BRUTTO RISVEGLIO PER CHI DOVEVA RAPPRESENTARE I LAVORATORI E INVECE NE E’ DIVENTATA LA CONTROPARTE.

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