Il nostro è un sindacato costruttivo
fatto da lavoratori che amano questa città! Per questo ci impegnamo per rendere efficiente la nostra azienda, perchè é l'azienda di tutti i romani!
Ieri
Come eravamo
Oggi
Una figura che ancora ci accompagna nel segno della tradizione
Di giorno
Ci prendiamo cura della bellezza di questa città!
Di notte
Il nostro lavoro prosegue quando tutti dormono!
sabato 28 maggio 2016
martedì 24 maggio 2016
30 MAGGIO 2016
23:18:00
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SCIOPERARE
PER COSA?
- Contro e il Decreto Madia sui Servizi Pubblici Locali, le esternalizzazioni dei servizi, il Codice degli Appalti e il Job Act?
- Per difendere il potere d’acquisto dei salari con aumenti adeguati e reali in busta paga?
- Contro la classificazione del personale a ribasso e all’utilizzo dei conducenti in attività di raccolta, per la riduzione dei 5 anni previsti per il passaggio parametrale dal tipo B al tipo A?
- Per l’aumento della maggiorazione economica dello straordinario, eliminazione della norma che riduce la maggiorazione nelle prime 50 ore e riduzione del tetto annuo obbligatorio?
- Per maggiori tutele per la salute e la sicurezza e garanzie di ricollocazione del personale non idoneo, contro l’aumento dei carichi di lavoro?
- Per la difesa della domenica come riposo settimanale dei lavoratori?
- Per i diritti sindacali estesi anche alle rappresentanze dei lavoratori che non firmano contratti a perdere?
No tranquilli, non siamo in Francia dove si sciopera e si fanno le barricate contro Governo e padroni. Qui ci chiedono di scioperare per legittimare il monopolio della rappresentanza a CGIL, CISL. UIL e FIADEL, che per il solito “piatto di lenticchie” si assicurano il ruolo di interlocutori unici nei tavoli di trattativa.
La piattaforma delle OO.SS. che chiama allo sciopero tutto il comparto Igiene Ambientale:
- Recepisce, ancora prima della sua entrata in vigore, il Decreto Madia che consegna il servizio pubblico locale ai padroni, ma tenta di mantenere le clausole di salvaguardia per i lavoratori nei passaggi di appalto: vogliono chiudere la stalla dopo che i buoi sono usciti.
- Non contrasta l’aumento dell’orario di lavoro a 38 ore settimanali preteso da Utilitalia anche perché lo hanno già firmato nel settore del trasporto, e lo vogliono addolcire con la vestizione dentro al tempo di lavoro.
- Chiede aumenti economici per 50 euro lordi nel biennio 2014/15 e 130 euro lordi per triennio 2016/18, che saranno ulteriormente ridotti per tutti (anche per chi non aderisce), dalle quote che l’azienda versa a Previambiente e a Fasda, dall’istituzione del fondo di solidarietà per inidonei e dalla natura stessa della trattativa che dovrà trovare un punto d’incontro con i 60 euro proposti dalle associazioni datoriali.Con tutto il rispetto per i colleghi che vorranno aderire, noi non scioperiamo a fianco di chi preferisce occupare incarichi nei Consigli di Amministrazione dei fondi previdenziali, sanitari o di solidarietà piuttosto che difendere il diritto dei lavoratori ad un contratto dignitoso.
domenica 15 maggio 2016
Accordo Impianti TMB
09:01:00
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Accordo Impianti TMB
Iniziata il 29 aprile e conclusa il 4 maggio con l'accordo in allegato la trattativa sugli
impianti TMB.
A fronte di criticità nell'impianto TMB di Rocca Cencia bisogna riesumare l'accordo del
maggio del 2015 in cui si prolungava l'orario degli operatori ad 8 ore di cui 2 a
straordinario più un "premio specifico" di 25 euro lordi (la RSU era stata a esclusa
e Azienda e OO.SS. si erano firmati l'accordo).
Questa la laconica richiesta di Zotti spalleggiato da Lopes definita probabilmente in
Tavoli separati con le OO.SS. e trasformata in un nuovo accordo pronto per essere
fatto ratificare alle RSU presenti.
Tralasciamo la legittimità della Delegazione Trattante RSU, sia per composizione che
per numeri, sicuramente pronta a ratificare senza discutere quello che gli hanno
sottoposto sul tavolo.
La criticità degli impianti è emergenza pura, ce ne accorgiamo già per strada e nelle
file dei mezzi pesanti negli impianti, le aree di ricezione sono strapiene e a R.C. il
livello è ben più alto del piano di scarico. I lavoratori operano fuori da ogni regola
per la tutela della salute e sicurezza già in condizioni di normale routine, immaginiamo
8 ore in un area chiusa strapiena di rifiuti con polveri in sospensione e gli strati
sottostanti in decomposizione.
Ma al tavolo ufficiale il nuovo accordo era già pronto: 6+2 ore in straordinario e un
indennità giornaliera di 30 euro lordi, a nulla è valsa la richiesta di indennità di
disagio giornaliera non legata alle 2 ore di straordinario (probabilmente in questo
caso l'avremmo firmata, anche turandoci il naso), e invece l'unica concessione è che
se ne riparlerà a fine giugno (sic!). Intanto tutti sanno che tale accordo è acqua
fresca, non è possibile fare manutenzione agli impianti a causa dell'enorme
quantità di rifiuti e serve solo ad aumentare l'attività dei nastri già in sofferenza.
Un piccolo guasto e il sacrificio dei lavoratori non è servito a niente.
Gli impianti sono un luogo di lavoro a cui nessuno ambisce, e non è concesso
nessun trasferimento in uscita. I lavoratori pagano sulla loro pelle le cazzate che
la classe dirigente racconta alla stampa sull'aumento della R.D. mentre invece
emerge l'aumento dell'indifferenziata.
Noi non abbiamo firmato malgrado ci volessero accollare responsabilità nei confronti della città.
Legionella? No Grazie
08:53:00
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A
tutti i lavoratori AMA
LA NOSTRA
SALUTE E’ UN DIRITTO!
le misure di
prevenzione intraprese a “scopo precauzionale” e “non dettate
da alcuna effettiva necessità” citate dal comunicato in oggetto,
configurano una eccezionalità dell’opera di manutenzione ordinaria
che dovrebbe essere invece costante e scadenzata, come prevede la
legge.
Infatti
i servizi igienico sanitari in molti luoghi di lavoro, sono privi di
manutenzione e sanificazione soprattutto negli impianti idrici e in
quelli di climatizzazione: culla epidemiologica della legionella,
facendo venir meno l’obbligo del Datore di Lavoro per quello che
attiene ai servizi di prevenzione e protezione dei lavoratori.
Ad
aggravare il tutto, la carente pulizia delle sedi dovuta alla scarsa
quantità di ore di lavoro messe a disposizione per questo servizio.
Perché
ripetute denunce dell’USB e degli RSLA non trovano ancora risposte
e soluzioni alle criticità evidenziate?
E’
possibile che AMA, il più grande operatore in Italia nella gestione
dei servizi ambientali, nel 2016, utilizzi containers per ospitare i
suoi dipendenti?
Quanto
devono aspettare ancora i lavoratori della Zona 8A che da anni si
fanno la doccia in un ambiente degradato e fatiscente, condizioni
peraltro documentate in un verbale redatto dopo la visita degli RLSSA
nel 2014?
E
che dire dell’assoluto disinteresse nei confronti dei lavoratori di
Pontina che ancora aspettano l’allaccio al servizio di acqua
diretta e per i quali non si è riuscito neanche ad installare un
distributore automatico di acqua potabile?
Invitiamo
pertanto l’Azienda a dare risposte rapide a tutte le segnalazioni
già in corso e a dare seguito ad un programma monitorato di
manutenzione ordinaria di tutte le sedi di lavoro.
Roma 29-04-2016
mercoledì 11 maggio 2016
Il Silenzio delle RSU
18:41:00
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Azienda e OO.SS impongono il silenzio alle RSU nei posti di lavoro.
Il nuovo corso aziendale sta procedendo unilateralmente nella riorganizzazione del lavoro. Trasferimenti, turni, orario di lavoro, festività comandate, palmari e gps, sanzioni sulle retromarce, piani ferie e altro ancora, fatti passare a colpi di O.d.S. o C.d.S. non concordati con la RSU e che interessano la vita di migliaia di lavoratori. Eppure il CCNL assegna alla RSU la titolarità della contrattazione di 2° livello ma i rappresentanti eletti dai lavoratori vengono sistematicamente ridotti al silenzio da Azienda e OO.SS. sia nei tavoli di trattativa che nei posti di lavoro. E’ anche vero purtroppo che la maggioranza delle RSU rinuncia al proprio ruolo di rappresentanza sottomettendosi alle pressioni delle segreterie di riferimento, le quali, facendo leva sulla collegialità dell’organismo di rappresentanza riescono ad azzerare l’intera RSU. Capiamo benissimo che tali meccanismi sono di difficile comprensione, ma nulla è a caso quando si riducono la democrazia e i diritti nei posti di lavoro.
Due esempi per tutti:
-circa un anno fa, i colleghi della zona 18b raccolgono le firme per richiedere un assemblea, come previsto dal regolamento RSU, ma nonostante tutti i 71 consiglieri RSU con voto unanime abbiano deliberato l’approvazione, a tutt’oggi l’assemblea non è stata autorizzata, anzi un incontro partecipatissimo, fuori orario di lavoro, fra alcuni RSU e i lavoratori, ha subito l’intimidazione della CGIL in un tentativo goffo di prendere tutti i nomi dei colleghi che avevano partecipato, ma anche in 16b e 1a l’azione delle RSU è costantemente frenata dalle OO.SS.
-le RSU dell’autorimessa di Tor Pagnotta dopo due anni e mezzo di immobilismo, rompono gli indugi e con coraggio fanno “il minimo contrattuale”, chiedono un incontro con la Responsabile di Area e convocano un assemblea per confrontarsi con i lavoratori. Dopo un primo tentativo maldestro di addurre a misteriosi vizi di forma nella richiesta formale, per due volte è stata inoltrata la richiesta d’incontro e di assemblea ma ambedue le volte non è stata autorizzata senza uno straccio di motivazione formale ai diretti interessati. Purtroppo l’arroganza del Direttore del Personale è stata sostenuta dal pesante intervento di Fiadel e CGIL che hanno disconosciuto i propri delegati nonché RSU e da CISL e UIL che si sono “girati dall’altra parte”.
Lo schiaffo sonoro ha avuto effetto sui delegati meno intrepidi e più inclini all’ubbidienza che prontamente hanno ritirato la firma, ma ha scatenato la reazione dei lavoratori che hanno partecipato massicciamente alle assemblee fuori orario di lavoro su tutti e tre i turni, e hanno sostenuto le RSU di USB, il coraggio dell’RSU della CISL che ha fatto onore alla sua sigla malgrado la sua segreteria l’abbia abbandonato e il delegato UGL.
Il diritto dei lavoratori all’assemblea sul posto di lavoro è garantito dal CCNL, ma è negato proprio da quelle organizzazioni che ne dovrebbero garantire il rispetto.
Il confronto e la partecipazione dei lavoratori che una volta rappresentava la linfa vitale delle Organizzazioni Sindacali oggi è represso dalle stesse.
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