Accordo
fatto, sciopero revocato…ma qual è il risultato?
ti
lasciano la borsa (forse!) ….ma si prendono la vita!
E’
stato raggiunto l’accordo tra Utilitalia (aziende pubbliche) che
dichiara “ ha vinto il senso di responsabilità” e le OO.SS.
concertative, che si dichiarano: ‘molto soddisfatti del risultato
per il rinnovo del contratto dei servizi ambientali. Per i lavoratori
delle aziende aderenti a Fise-assoambiente toccherà aspettare. Alla
luce di cio’ è stato revocato lo sciopero già spostato al 13 e 14
solo nelle aziende pubbliche.
Ci
riserviamo di fornire un commento punto per punto ma a leggere
l’ipotesi di verbale di accordo che sta circolando qualche domanda
ci sorge ma soprattutto sorge tra i lavoratori:
quanto resta di irrisolto con questo rinnovo? Quali gli effettivi
miglioramenti economici? Quali diritti saranno mantenuti nei fatti e
quali sicuramente ceduti? Da che parte penderà il piatto della
bilancia sui posti di lavoro? Basta questo rinnovo dei ccnl per
mettere in sicurezza i lavoratori e i servizi?
Pur
non sottovalutando le difficile condizioni “climatiche” del
rinnovo del CCNL dell'igiene ambientale, l'agguerrita controparte
pubblica, che sempre più assume comportamenti speculativi della
peggior specie, la chiusura di questo rinnovo contrattuale porta un
sostanziale peggioramento delle condizioni materiali dei lavoratori e
delle lavoratrici del settore, a fronte di effimeri e transitori
miglioramenti. Purtroppo
c’è ben poco da rimaner soddisfatti, anzi ci sembra che sia stata
fortemente delusa l’aspettativa di chi ha scioperato per difendere
i propri diritti e per non pagare la
trasformazione dei servizi pubblici locali in imprese alla ricerca
spasmodica del profitto.
Non
uno dei capisaldi della piattaforma rivendicativa è stato portato a
casa.
- Non salute e sicurezza sul lavoro, che viene rinviata alle successive puntate di rito. Anzi, proprio su questo versante, si registra uno dei punti peggiori dell'accordo: si è aperto all'aumento di fatto dell'orario di lavoro, senza aver introdotto sistemi di tutela sul versante della sicurezza e della salute degli operatori, sempre più “esauriti” dall'introduzione di nuove modalità di raccolta e di aumento dei carichi di lavoro individuali.
Nè
valgono le 30 ore di permesso annuo, da fruirsi “compatibilmente
con le esigenze di impresa”. Così come
il tempo di vestizione
è rimasto, ancora una volta, fuori dall'orario di lavoro, nonostante
importanti sentenze lo abbiamo giudicato come lavoro.
- Non solo, se leggiamo insieme miglioramento salariale ed aumento dell'orario di lavoro, possiamo rilevare che l'aumento di 70 euro, non copre, neppure a regime, la “cessione” delle due ore aggiuntive (dalle 36 alle 38 settimanali). E che dire del Lavoro straordinario? prime 75 ore + 13%, successive 75 + 20% al superamento delle 150 ore + 33% quindi un aumento delle ore di straordinario da 50 a 150 pagate con maggiorazione ridotta.
Infatti,
ipotizzando il costo straordinario delle 8 ore mensili che
incrementano l'orario di lavoro settimanale, sulla base degli attuali
valori, prendendo a base il 3 livello A, senza alcuna anzianità, si
avrebbe avuto un costo per l'azienda di Euro 101,12, ampiamente
superiore ai 70 euro previsti a regime.
- Sul versante malattia incombe una scrittura “criptica” di lotta all'assenteismo, che vincola al non superamento del tasso del 4,7%, senza tener conto delle modalità di rilevazione dello stesso, della maggiore morbilità del personale, dell'usura....un rinvio ad un ulteriore peggioramento sicuro della normativa!
- Non conosciamo i contenuti del nuovo livello professionale “S” (che temiamo abbia il significato di “salario d’ingresso”), avendo sfondato al ribasso la scala parametrale.
Così
come l'apertura del
1° livello agli autisti conducenti
cancellerà di fatto nel futuro gli attuali inquadramenti, peraltro
già rivisti al ribasso
negli ultimi CCNL.
Sempre
sul versante economico, si procede all'utilizzo di una quota
significativa del rinnovo contrattuale per
finanziare i fondi previdenziali/sanitari complementari ed un fondo
di solidarietà per gli eventuali esuberi
(che potrebbero derivare dai processi di privatizzazione delle
aziende), autofinanziando così di fatto le situazioni di crisi
indotte da scelte di riorganizzazione unilaterali delle aziende.
- Anche il mantenimento delle previsioni dell'applicazione dell'art. 18 sul cambio d'appalto è prevista solo in “via transitoria ed eccezionale e fino alla data di vigenza del CCNL”prefigurando la sua eliminazione.
- E non ultimo, ma un macigno pesante sul futuro delle lotte che saranno necessarie nel settore, si da supina disponibilità a rivedere il regolamento sul diritto di sciopero viste le richieste della Commissione per non proclamare astensioni dal lavoro di 48 ore a ridosso della domenica.
Al
di là delle questione contrattuali peggiorate o rimaste irrisolte
resta la madia, resta il jobs act, resta il rischio dumping
contrattuale restano le ulteriori concessioni e passo indietro
rispetto flessibilità, riduzione reale dei salari e mansioni. E la
sicurezza sul lavoro sarà di fatto messa a rischio dall’aumento
dell’ orario e della flessibilità. Le flessibilità richieste
saranno solo il “primo giro” delle richieste delle aziende
pubbliche e private, perché non viene messa in discussione anzi
viene avallata la scelta di privatizzazione e finanziarizzazione di
questi servizi pubblici.
La
partita va giocata fino in fondo ed è quella che USB porterà
avanti:
- Contro il Decreto Madia sui Servizi Pubblici Locali ,il Codice degli Appalti e il Job Act;
- Per le reinternalizzazioni dei servizi, per clausole sociali più stringenti e per una effettiva tutela nei cambi appalto anche nei capitolati di gara;
- Per difendere il potere d’acquisto dei salari con aumenti adeguati e reali;
- Contro la classificazione del personale al ribasso, per la riduzione dei passaggi parametrali;
- Per l’aumento della maggiorazione economica dello straordinario. Per la difesa della domenica come riposo settimanale dei lavoratori;
- Per maggiori tutele su salute e sicurezza e garanzie di ricollocazione del personale non idoneo, contro l’aumento dei carichi di lavoro;
- Per i diritti sindacali estesi anche alle rappresentanze dei lavoratori che non firmano contratti a perdere.
Su
questi punti CHIAMIAMO I LAVORATORI a esprimere un deciso no
all’accordo
a perdere nelle assemblee e nelle “consultazioni certificate” e
a
mobilitarsi con USB in ogni posto di lavoro per i diritti e il
salario
in
vista dello sciopero generale d’autunno.
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