mercoledì 20 marzo 2013

Premessa.
La definizione di un piano di rifiuti significa non solo parlare del sistema di raccolta ma costruire un piano che parli del rifiuto prima che divenga tale, del suo essere bene di consumo, del suo intero ciclo di vita e della sua riproduzione e del suo riciclo. Quindi vogliamo affrontare questioni fondamentali come la riduzione dei rifiuti, l’impiantistica per il recupero e il riciclo, l’utilizzo di beni riciclati.
Riduzione dei rifiuti:
La questione fondamentale è la riduzione dei rifiuti a partire dagli imballaggi. Gli imballaggi sono una parte consistente del rifiuto basta vedere quanto un oggetto sia ricoperto da imballaggi. Un primo intervento dovrebbe essere quello di imporre la vendita di prodotti liquidi in contenitori a rendere, che venga estesa sempre più la vendita di prodotti attraverso dispensatori igienicamente testati e normati (saponi, acqua, pasta, etc), vendita dei cibi in confezioni mono uso.
Incentivare, con opportune campagne di sensibilizzazione del cittadino/utente e con agevolazioni tariffarie per i venditori, la raccolta differenziata subito dopo l’acquisto del bene. Inoltre, obbligo per le case produttrici al ritiro di elettrodomestici, mobili, etc. non più utilizzabili.
Una legislazione di sostegno:
Gli esiti positivi in termini di raccolta differenziata dipendono dall'impegno sia dei cittadini, sia dalla tipologia di gestione dei rifiuti messa in campo dalle istituzioni locali, dalla realizzazione di eventuali misure di prevenzione e da una legislazione di sostegno.
E’ necessario perciò che nelle nuove costruzioni sia prevista, obbligatoriamente, la presenza di locali per la raccolta porta a porta dove allocare le attrezzature di riferimento, e lo stesso per le costruzioni già in essere laddove è possibile, predisponendo agevolazioni di varia natura. Inoltre in ogni nuovo quartiere in fase di esecuzione, le imprese dovranno essere obbligate a predisporre spazi idonei attrezzati, proporzionali per densità abitativa/superficie totale del quartiere e approvazione del progetto da parte di Ama spa, per le isole ecologiche. Nelle stesse si dovranno prevedere ulteriori spazi da mettere a disposizione dei cittadini settimanalmente e/o mensilmente per il mercato del baratto.
Laddove è possibile, tutto ciò dovrà essere realizzato anche nei quartieri già esistenti, varando delle agevolazioni di varia natura per i proprietari di case. La legislazione si dovrà adoperare per rendere sempre più obbligatorio, fino al massimo possibile, l’uso di materie riciclate per la creazione di nuovi prodotti e allo stesso tempo, eliminare quanto più possibile l’uso di “contenitori vuoto a perdere”. Infine, l’obbligo per i produttori di organizzare un circuito per il ritiro e lo smaltimento delle merci obsolete.
Un nuovo sistema di raccolta:
Le vicende di questi anni e le esperienze che si sono avute in Italia e in Europa hanno dimostrato che il miglior sistema di raccolta è la differenziata porta a porta attraverso i bidoncini condominiali e monomateriale. Significa fare una raccolta capillare che garantisca:
a) qualità del rifiuto raccolto;
b) puntualità del servizio;
c) impossibilità di un abbandono indiscriminato di rifiuti.
Questo tipo di raccolta consente di togliere dalla strada i cassonetti che non servono a differenziare i rifiuti ma diventano ricettacolo per ogni tipo di rifiuto. E’ chiaro che la raccolta porta a porta funziona se è affiancata da una campagna di informazione e dalla collaborazione di tutti. Alla raccolta porta a porta va affiancata una rete composta di punti fissi (isole ecologiche) e punti mobili (grandi piazze, centri commerciali) dove conferire tutti i rifiuti che non vengono raccolti con il porta a porta.
Una rete impiantistica:
A sostegno di questo sistema di raccolta va costruita una rete di impianti per il trattamento e il recupero della varie frazioni raccolte differenziatamente (carta, plastica,vetro, metalli, organico) e per il trattamento della frazione secca residua. La raccolta differenziata così sviluppata, affiancata ai sistemi di trattamento e recupero, da allocare in più parti del territorio, rendono inutile la progettazione e costruzione di impianti di incenerimento.
Tutto il rifiuto può essere recuperato, e la frazione residua una volta polverizzata può trovare giusto utilizzo nell’edilizia. La rete impiantistica va collegata con le industrie che possono lavorare il materiale riciclato per la produzione di nuovi beni.
Una diversa concezione della tassa: La tassa va completamente ripensata, va collegata ai rifiuti conferiti e ridotta proporzionalmente alle quantità conferite differenziatamente ciò è possibile attraverso il peso dei bidoncini e delle quantità conferite presso i centri di raccolta. Costi economici e ricavi sociali: Coloro che si oppongono a queste nostre proposte puntano il dito sostenendo i costi superiori di questa modalità di raccolta rispetto alle altre senza pensare ad un bilancio ambientale nella sua totalità. Inizialmente è necessario un forte investimento ma nel tempo i benefici saranno sia economici (attraverso i proventi delle materie riciclate) sia sociali (aumento dell’occupazione) che ambientali (risparmio di materie prime, salvaguardia del territorio).
La tutela dell’ambiente, il risparmio di risorse, la salvaguardia del futuro non hanno prezzo.
Partecipazione Popolare:
Un’idea forte come quella che è sottintesa a questa proposta non può funzionare se non con la condivisione da parte dei cittadini e dei lavoratori. E’ necessario garantire un percorso di partecipazione popolare attraverso assemblee di quartiere e di municipio in cui assumere le decisioni sulle modalità di gestione del piano, sulle modifiche, sulla definizione della tassa, dei contratti di servizio tra azienda comune e municipi.
Un’Azienda pubblica: Questo progetto complesso e partecipato può essere gestito solo da un’azienda completamente pubblica controllata dal consiglio comunale e dai cittadini e dai lavoratori. Il privato non accetterebbe certo un piano di questo tipo, in quanto a differenza del pubblico punta a fare profitti e ciò è possibile tagliando spese (servizi e lavoratori) e aumentando le entrate (la tassa). Ma noi quando parliamo di azienda pubblica non ci riferiamo a una azienda come quella di questi ultimi anni, preda degli appettiti dei vari partiti e consorterie di potere. Ma parliamo di una nuova azienda pubblica gestita, sotto il controllo popolare, da persone competenti valorizzando le professionalità presenti tra lavoratori e lavoratrici di Ama. 

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