ALL’ASSESSORE
ALL’AMBIENTE
DI
ROMA CAPITALE
AL DIRETTORE GENERALE DI
AMA
ROMA S.p.A
La scrivente O.S. intende evidenziare una serie di problemi e difficoltà che stanno affrontando gli operatori dell’AMA a seguito dell’attivazione del servizio di raccolta differenziata nella capitale.
Emerge
con evidenza un’organizzazione inadeguata ad una attività tanto
complessa, che vede la mancanza, a monte, di strutture che
consentano la gestione dell’intero ciclo dei rifiuti dalla
raccolta allo smaltimento.
Lo
stabilimento di Maccarese, considerato un’eccellenza nella
produzione di compost di ottima qualità, oggi ridotto a stazione per
il trasferimento dell’organico che dai mezzi dell’Ama viene
inviato nel nord dell’Italia; lo stabilimento di multimateriale di
Via Laurentina ancora inattivo dopo la fine dei lavori di risanamento
durati mesi; la mancanza di impianti per il trattamento di carta e
cartone sono solo alcuni degli esempi che evidenziano una
organizzazione aziendale che si rappresenta nei fatti analoga al
tanto vituperato e contrastato, prima fra tutti dalla scrivente,
progetto di scorporo dell’AMA. Poiché la vera risorsa economica
conseguente al ciclo virtuoso della raccolta differenziata, finisce
oggi nelle mani di imprenditori privati, spesso senza scrupoli, che
operano in stabilimenti privi delle più elementari norme per la
sicurezza e la salute dei lavoratori. Come nel caso della MA.RE. di
Via di Torre Spaccata, che per la selezione a mano utilizza
lavoratori, soprattutto immigrati, collocati dentro una buca per
avere gli avanbracci all’altezza del materiale differenziato spinto
da una pala meccanica. Dividono la carta dai rifiuti privi di
dispositivi di protezione (guanti, mascherine, occhiali).
Le
difficoltà e la mancanza di una corretta pianificazione
dell’attività partono però già dalla raccolta, che determina le
maggiori difficoltà nelle condizioni di lavoro degli operatori e nel
rapporto con i cittadini utenti di cui essi rappresentano il “front
line”.
Tutti
i servizi PAP nascono nella più completa confusione, carichi e tempi
di lavoro sono concepiti esclusivamente a “tavolino” e non
tengono conto dello stato e del numero dei mezzi, dell’orario di
lavoro e del traffico urbano.
Il
risultato è una complessiva irregolarità del servizio, utenze
scoperte e, nelle autorimesse, l’effettuazione di turni ordinari di
otto ore invece delle sei ore contrattuali.
L’utilizzo
di cassonetti per la raccolta dell’organico su strada, risulta
assolutamente fallimentare perché fornisce un prodotto inquinato a
causa della mancanza di informazione e controllo. Ciò avviene anche
nelle grosse utenze come ad esempio le caserme dove il controllo
dovrebbe essere invece più semplice.
Si
evidenzia ad esempio, che gli stabilimenti AMA di Tor Pagnotta e
Rocca Cencia, che hanno al loro interno autorimesse, bar, mense
aziendali e uffici annessi e sono localizzate nei municipi XII e VIII
dove è iniziato il PAP, non effettuano la raccolta differenziata.
Non
è stata prevista alcuna formazione per gli operatori, i quali si
ritrovano spesso ad assumere l’onere di rispondere e colmare la
mancanza di informazione dei cittadini.
Chi
dovrebbe avere il compito di informare e controllare, è convogliato
invece al controllo e al sanzionamento dei lavoratori, penalizzati
già dalla raccolta dei rifiuti sparsi in strada a causa dell’avvio
del PAP
La
scrivente O.S. esprime inoltre grande sconcerto per le modalità con
cui è stata attuata, per l’avvio della raccolta differenziata, la
mobilità di oltre 1800 dipendenti nell’arco di due giorni, che
oltre a produrre serie problematiche di distribuzione della dotazione
organica tra le diverse strutture aziendali, ha creato disagi e
discriminazioni lasciando mano libera alle consuete dinamiche
clientelari, che proliferano sempre in assenza di una puntuale
organizzazione, governata con regole certe ed efficaci.
Per
quanto su esposto e al fine di poter complessivamente affrontare
tutte le problematiche conseguenti l’avvio della raccolta
differenziata nel territorio della capitale, anche in previsione
dell’estensione del servizio in ulteriori zone della città, la
scrivente O.S. chiede l’apertura di uno specifico tavolo congiunto,
di cui si chiede all’Assessorato in indirizzo di farsi parte
dirigente e diligente.
Auspicando
un positivo e sollecito riscontro, si porgono distinti saluti.
Roma,
20 dicembre 2013
p/USB
esecutivo provinciale
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