Perché non abbiamo
firmato
Per senso di
responsabilità
avevamo deciso di accettare una inevitabile e dolorosa sanatoria,
tanto dolorosa per chi da oltre 20 anni opera per strada senza la
prospettiva di migliorare e realizzare una diversa condizione di
lavoro ed anche per chi, da sempre inascoltato, denuncia clientele e
imboscamenti. Tale sanatoria serve anche per evitare inutili e
costose vertenze che comunque non potrebbero che dare ragione a chi
ha ricoperto mansioni diverse dal proprio livello di inquadramento
oppure è stato assunto per vie traverse all’ombra della solita
“parrocchia” di turno.
Abbiamo posto
però una condizione,
l’impegno tangibile ed efficace ad evitare in futuro il ripetersi
di iniquità e di altri favoritismi. C’è bisogno di un riordino
nella moltitudine di livelli presente nella centrale Operativa e
nella Linea Verde. Abbiamo chiesto perciò all’Azienda di vincolare
l’accordo all’impegno scritto di dare seguito all’O.d.S. n°63
su “ricognizione mansioni”, cioè:
1) mettere ordine nella
galassia di facenti funzione e imboscati vari;
2) evitare in futuro di
sanare le posizioni dei raccomandati di turno;
3) sanzionare chi fra
dirigenti e capi intermedi avesse permesso tali abusi.
Purtroppo
l’Azienda non ha voluto impegnarsi in tal senso
e con una manovra, avallata dalle altre sigle, ha inserito questa
sanatoria in un unico accordo contenente l’avanzamento di livello
alle officine, impianti e manutenzione cassonetti, sul quale siamo
ovviamente d’accordo. Una vera furbata, nascondere dietro una
decisione giusta un’altra operazione assai discutibile che lascia
aperta la strada al ripetersi del vecchio malcostume.
Un’altra
occasione persa per quanti reclamano a parole una discontinuità col
passato ma ratificano nei fatti la salvaguardia del sistema di
sempre.
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